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Autore Topic: London-Edinburgh-London in Brompton  (Letto 12984 volte)

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Offline Matt-o

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London-Edinburgh-London in Brompton
« Risposta #15 il: Luglio 04, 2017, 02:28:03 pm »
 ;D
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« Risposta #16 il: Agosto 17, 2017, 08:59:36 am »
1541 Partenti, io in sella alla mia Brompton sono uno degli 811 finisher....a breve il resoconto di un aspro viaggio attraverso la Gran Bretagna.
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Offline Vittorio

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« Risposta #17 il: Agosto 17, 2017, 06:23:57 pm »
Siamo impazienti di leggerti.

Vittorio
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Offline Chiarella

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« Risposta #18 il: Agosto 17, 2017, 11:35:07 pm »
Curiosissima!

(Naturalmente.....complimenti!   )

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« Risposta #19 il: Agosto 24, 2017, 04:31:19 pm »
“Bisogna essere convinti di poter resistere fino alla fine, perché non esistono sogni che non valgano la pena di essere sognati e nel fare questo sappiamo di aver conseguito qualcosa di pienamente soddisfacente”

[left-indent]George Mallory[/left-indent]

Sono pronto, attorno a me volti, idiomi e bici differenti ma tutti negli occhi abbiamo la stessa speranza, vivere LEL e terminarla entro le 117 ore. Inizia il conto alla rovescia, si parte. I primi 20 km riesco a farli in compagnia dell’amico Graziano e di Claudio, poi la differenza di velocità è tale che non riesco più a stare al loro passo e mi ritrovo solo. In Brompton questa è una costante. In questo modo però ho più tempo per i miei pensieri e per guardarmi attorno. Al primo controllo ritrovo Graziano e Claudio, mangio due cose e riparto. Dopo una ventina di km mi riprendo, qualche parola e sono nuovamente solo. Questo si ripeterà per quasi tutta la LEL. Cala la notte e quando mi sento solo, suono il campanello regalatomi da Sebastiano ed Ausilia e in un attimo sono con loro e con le persone a me care, davvero un bel regalo. Nel cuore della notte mi ritrovo ad attraversare un grande ponte. Guardo sotto, ma l’oscurità mi sbarra lo sguardo, mi sembra di essere sospeso sul nulla, spero al ritorno di riuscire ad arrivare con almeno un po’ di luce per godere del panorama che ora immagino soltanto. La prima notte la passo sui pedali ed ahimè non riesco a vedere sorgere il sole, il cielo è grigio e penso che presto mi ritroverò sotto la pioggia. Invece il tempo regge, ma la strada è completamente bagnata, ai successivi controlli scopro che piccoli temporali mi hanno preceduto. Essere lenti, in alcuni casi, ha i suoi vantaggi. Nonostante non ci siano buche, l’asfalto è così ruvido che mi sembra di tenere un martello pneumatico. Le vibrazioni sono così forti che mi ritrovo con il fanale a penzoloni. Il supporto si è spezzato, ma per fortuna mi sono portato alcune fascette da elettricista e riesco a fissare il fanale a telaio. Cala la seconda notte al controllo di  Barnad Castel ritrovo Graziano e Claudio, così decidiamo di concederci 2 h di sonno.  Al controllo prima di Edinburgo mi accorgo di non avere l’ultima traccia, così Graziano e Claudio mi fanno da GPS aspettandomi ad ogni incrocio. Dopo 49 ore, dalla partenza, siamo ad Edinburgo. Abbiamo percorso 720 km, e siamo al giro di boa. Al controllo di Edinburgo trovo Steve, membro del London Brompton Club e amico di FB, mi fa i complimenti e scatta una foto che posterà sulla pagina del club. Questo succederà in diversi controlli. Come è ovvio immaginare la Brompton è molto diffusa in UK e così lungo il percorso ho diversi e nuovi amici da salutare. Il cielo è sempre più grigio e nei due giorni successivi mi ritrovo nella tipica estate inglese (così mi viene detto da un Randonneur locale) continui acquazzoni, vento forte e temperature che la notte calano sino a 9°C. Per questioni di stile (stile alpino – tutto quello di cui ho bisogno è nel mio zaino) ho rinunciato alle due bagdrop ed ora ne pago le conseguenze. Non avendo nessun cambio, ma solo una maglia pesante che tengo per l’emergenza freddo, dopo ogni temporale mi faccio asciugare dal vento i vestiti. La terza notte, inizio ad essere un po’ stanco e così mi riconcedo altre due ore di sonno. Inoltre così facendo posso affrontare una lunga salita nelle prime ore del giorno evitandomi di farla in piena notte sotto la pioggia. Su questa salita riesco a vedere la mi prima ed unica alba. Grazie ad un piccolo squarcio di cielo tra le numerose nubi nere il contrasto con i colori dell’alba sono straordinari. Tiro fuori il telefono per scattare una foto, ma l’immagine d’innanzi a me è così bella che decido di tenerla solo nei miei ricordi. Ripongo il telefono e guardo il sole sorgere. Ricomincio a pedalare e quasi in cima a questa lunga salita vedo un furgoncino. Un volto sorridente si affaccia dal retro e mi dice Tea or coffee. E’ Drew una leggenda tra i Randonneur. Al suo attivo ben 7 Parigi-Brest-Parigi, quindi sa bene di cosa ha bisogno un Randonneur. Mentre sorseggio il mio tea appena fatto mi offre anche un pezzo di torta. Tutto è rigorosamente gratuito (Drew resterà lì per tutta la LEL ad offrire il suo sostegno ai partecipanti di questo folle avventura). I continui acquazzoni mi tengono ben sveglio, poi all’improvviso nel cuore della quarta notte, si alza il vento e tutti i rubinetti del cielo si aprono. La pioggia arriva da ogni dove. Sono fradicio, ogni volta che spingo sui pedali sento l’acqua uscire dalle scarpette. Quando finalmente il temporale finisce sono al controllo successivo. Per scaldarmi un po’ mi faccio una calda doccia, ma ahimè devo rimettermi i vestiti bagnati. Un brivido mi pervade, decido di usare la maglia per le emergenze. Per scaldarmi, mi rimetto immediatamente in viaggio. Dopo alcuni km e due velocissime discese un boato, la bici sbanda, metto i piedi a terra. Il copertone posteriore è squarciato. Per fortuna né ho uno di scorta. Sono nuovamente sul grande ponte, è sempre notte ed ancora una volta mi sembra di essere sospeso nel nulla. Anche questa volta, niente panorama da ammirare. Un mix tra la continua pioggia e la sporcizia sollevata mi blocca il cambio a due velocità. Per 100 km sono costretto al solo utilizzo del cambio nel mozzo. Per fortuna si è bloccato sul pignone a 16 denti è così le successive ripide salite le riesco a fare in relativa scioltezza. Al controllo chiedo se posso avere dei ferri per smontarlo e pulirlo. Mi viene detto di andare a mangiare e/o riposare che ci penserà lui. Finito di mangiare torno da lui, mi mostra che tutto funziona e mi augura buona fortuna. La mattina successiva mi attende un facile tratto pianeggiante di 60 km. Penso, poche ore è potrò respirare l’aria dei dintorni di Londra. Invece un fortissimo vento contrario rende questo tratto del percorso estremamente impegnativo. La vegetazione è vistosamente piegata verso di me e la mia velocità  è ridotta a 10 km/h. Sono frastornato, penso che a questa velocità potrei esaurire tutto il vantaggio accumulato grazie alla rinuncia delle molte ore di sonno e mettere a repentaglio l’omologazione. Decido di affrontare questo tratto come una ripida e lunga salita. Mi alzo sui pedali e comincio a spingere. Il cambio di atteggiamento mentale da i suoi frutti le gambe girano veloci e “in breve” arrivo al controllo successivo. Ho più di sei ore di margine , ma con lo sforzo fatto inizia a farmi male una caviglia. Mancano solo 40 km, ad alcune salite sono costretto a scendere dalla bici e spingere perché la caviglia mi fa troppo male. Inizio a fare i conti per determinare a che velocità posso andare per arrivare entro il tempo limite e dopo poco mi accorgo di essere veramente stanco. A mente infatti non riesco a fare questo semplice conto, così vi rinuncio e cerco di godermi gli ultimi km. All’arrivo, Graziano mi accoglie con un abbraccio ed una birra. Mangiamo, beviamo e con il sorriso ci raccontiamo la nostra LEL. La notte o per essere più preciso il giorno avanza, i materassi sono finiti, chiedo una coperta, mi sdraio sul pavimento ed in breve sono tra le braccia di Morfeo.

Questa Rando è stata particolarmente aspra sia per il percorso, con un continuo saliscendi, sia per il clima, per un Ligure come me, con i sui continui temporali e i 9°C della sera mi è sembrato un autunno inoltrato piuttosto una piena estate. Sicuramente, in futuro, di questa LEL dimenticherò molti particolari, ma non scorderò i continui atti di gentilezza dei volontari vissuti nei vari controlli, gli splendidi colori dell’unica alba che sono riuscito a vedere, il caldo tea offertomi da Drew in quella gelida mattina e l’allegria trascinante di Graziano nei momenti trascorsi assieme. I momenti di sconforto sono stati numerosi, a volte ho ceduto alla rabbia ed imprecato verso un meteo che mi pareva particolarmente ostile, ma ogni volta in breve ritrovavo la pace in fondo mi era stata data l’opportunità di vivere questo splendido viaggio.

Descrivere le varie emozioni che ho provato durante la LEL è per me estremamente difficile, più facile anche se riduttivo è invece parlare dei numeri. Ho percorso i 1440 km della LEL in circa 110 ore, dormendone un totale di 4 ore, forato 3 volte di cui una con squarcio del copertone, rotto il supporto del fanale e venato una parte del cambio a 2 velocità.

Offline djslump

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« Risposta #20 il: Agosto 24, 2017, 06:50:56 pm »
Un mito, veramente unico!
Alessandro
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« Risposta #21 il: Agosto 24, 2017, 10:37:51 pm »
Ho letto questo racconto tutto d'un fiato, mi sono emozionata. Farti i complimenti è riduttivo.

Qualche foto l'hai fatta? (Mi rendo conto che si tratta di una domanda scema visto il contesto...ma non si sa mai )

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Offline iBike

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« Risposta #22 il: Agosto 25, 2017, 08:40:00 am »


Pronto alla partenza.



Con Steve ad Edinburg



Arrivato nel cuore della notte



Volti da LEL. Dopo 110 ore a spasso per la Gran Bretagna e 4 ore di sonno, con Nick conosciuto alla Parigi-Brest-Parigi (uno dei 4 a farla in Brompton)
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« Risposta #23 il: Agosto 25, 2017, 09:04:28 am »
Sei una forza! Con la sella come è andata? Ricordo in passato, prima di mettere questa, avevi avuto parecchi problemi...
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« Risposta #24 il: Agosto 25, 2017, 09:24:46 am »
Questa volta nessun problema al lato B. Trovato ottima soluzione con sella (Brooks), pantaloncini (Assos) e crema (Prep). Avevo un solo pantaloncino che cercavo di mantenere il più pulito possibile (anche la parte intima con apposite salviette detergenti) e continuo uso di Prep. Risultato nessun dolore ne arrossamento. Il dolore alla caviglia è quasi passato, mentre come al solito, le mani continuano a "friggere". Un "piccolo" pegno da pagare per l'uso di un manubrio che non consente di variare l'appoggio delle mani e la ridotta ammortizzazione delle vibrazioni di una ruota da 16".
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« Risposta #25 il: Agosto 25, 2017, 02:14:03 pm »
Fantastico iBike! Davvero complimenti!
Mi viene da ridere se penso che l'intero tuo "bagaglio" di borse io lo utilizzo per l'uscita domenicale  ::)
Per un fine settimana devo montare 2 ortlieb al portapacchi  ;D

Quale modello di Brooks hai montato? Mi sembra una Cambium, ma quale modello esattamente?
Come si è comportata con la pioggia?

PS: per il 2018 regalati un manubrio multiposizione da turismo dai  ;)

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« Risposta #26 il: Agosto 25, 2017, 02:43:17 pm »
Grazie mille.

La Brooks è una C17, ma recentemente ho comprato una C15 con buco e mi trovo molto meglio (ho il bacino piccolo). In questa occasione non l'ho montata perché avendo il buco e con la molta pioggia prevista pensavo che sarebbe scesa troppa acqua nel tubo sella provocando danni (pensieri malati da appassionato del mezzo).
Non essendo di pelle sotto la pioggia non ha problemi e non ha bisogno di "rodaggio".

Per quanto riguarda il manubrio, una volta avevo pensato di montarne uno da corsa o pista, ma poi mi sono detto "se inizio a fare questi e i molti altri cambiamenti che mi frullano per la testa, tanto vale usare un'altra bici". Inoltre il P non mi piace.
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« Risposta #27 il: Settembre 11, 2017, 12:01:04 pm »
Ancora una volta resto senza parole di fronte a queste tue imprese/avventure.
Coprire in 4 giorni una distanza superiore a quella che io ho appena percorso in 16 tappe durante le vacanze ha dell'impossibile..... eppure continui a farmi riconsiderare il significato di questa parola e di quello che si può fare su una "biciclettina".
Spero di avere modo, prima o poi, di farti i complimenti di persona.
Anche se stavolta eri in terra inglese continuo a farti l'augurio che più mi scalda il cuore pedalando in francia: "bonne route, bon courage!"  :)

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« Risposta #28 il: Settembre 11, 2017, 12:40:22 pm »
Grazie mille, è un piacere ed un onore ricevere tutti questi apprezzamenti. Tutto è iniziato un po' per gioco, poi con le battute ironiche dei "lycra boy" mi è venuta anche la voglia di dimostrare (prima di tutto a me stesso) che se si vuole fare un giretto o un lungo viaggio non serve molto, o meglio basta una bici con le ruote piccole.
Certo, per le lunghe/lunghissime distanze, c'è né sono di più adatte, ma in fondo le randonnée non sono delle gare, per cui arrivare prima non serve a nulla e nei "viaggi" questo problema non si pone affatto.
Ho ancora qualche Brompton progetto, ma ora mi piacerebbe aumentare ancora le distanze. Ahimè, con il lavoro, il tempo a mia disposizione non cambia di molto e quindi inizierò ad usare la rigida con ruote grandi, ma lo stile non cambia: guardare il mondo da un bicicletta un metro alla volta. :-)
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