Come promesso, vi segnalo questo godibile percorso che, sfruttando ciclabili e tratti provvisori di raccordo, unisce Londra a Parigi.
Noi avevamo 6 giorni a disposizione, arrivando la notte del 24 Aprile a Londra e ripartendo il pomeriggio del 1 Maggio, per cui abbiamo operato delle scelte per massimizzare il gusto dell'esperienza.
25 Aprile - km percorsi 45,98: Prendiamo il treno da Victoria station (Londra è zeppa di Brompton!) per avvantaggiarci direttamente a Brighton sulla costa, saltando la campagna inglese e la relativa pista che corre parallela alla ferrovia, non troppo entusiasmante come percorso, salvo un tratto chiamato cuckoo trail (
http://www.eastsussex.gov.uk/leisureandtourism/countryside/walks/cuckootrail/default.htm) i cui colori e sensazioni ritroverete abbondantemente sul primo tratto del percorso francese. Arrivati a Brighton si preparano le bici che fino ad allora erano in versione provvisoria per il treno:
Da qui si inizia a pedalare direzione est lungo la costa, per raggiungere Newhaven, il porto da cui parte il traghetto che attraversa la manica. Posati i bagagli in albergo, si continua verso il vicino parco delle Seven Sisters, che presenta una suggestiva costa calcarea a picco sul mare. Raggiunta la spiaggia ci si arrampica senza bici sul punto più alto:
e insomma ci si aggira a piacere in questa riserva verde e acquosa.
26 Aprile - km percorsi 59,58: il traghetto per Dieppe, il porto francese dove sbarcheremo, parte alle 10 o alle 23, impiegando 4 ore (5 considerando il fuso orario), quindi è una nave che non va persa! Portare le bici costa 3 pound in più rispetto ai 25 del biglietto, soldi sicuramente da pagare per non dover smontare i bagagli e piegare la bici, entrando come "foot passenger". Qui il nostro primo errore: pensando di fare "i pieghevoli", abbiamo acquistato il biglietto solo passeggero, ma al pensiero di dover smontare e rimontare il bagaglio abbiamo chiesto la modifica del biglietto, cosa che fanno sena problemi con un costo di 10 pounds. Totale: 16 pounds per due biciclette, invece di 6. Pazienza, tutta esperienza. Nave fighissima con mensa a bordo e tutto il necessario per stare più che comodi, stile crociera. 8 ciclisti incontrati in sala d'attesa, di cui due ragazze italiane.
Arrivati a Dieppe si parte subito (girando a destra, mi raccomando, se sbagliate la prima non troverete le indicazioni!) per strade condivise con le macchine (notate come sia segnalato...)
da segnalare le rovine di Arques de la bataille, molto in salita arrivarci ma merita il giro del fossato con vista su campo di battaglia:
fino ad arrivare alla vera e propria Avenue Verte, che si presenta più o meno così per 45 km:
si incontrano fienili, mucche, fattorie, case, percorrendo il percorso che faceva la ferrovia, con gran gaudio di chi aveva una casa che al massimo ora sente qualche campanello invece di locomotive.
Questa è la parte più noiosa, secondo me; è bello avere una strada tutta per sé in mezzo al verde, ma dopo un po' diventa monotono...
Si arriva tutti a Forges Les Eaux, dove una signora gentile con creperie vi serve dell'ottimo filetto e del buon sidro a prezzi onesti (l'alternativa è il cinese...)
27 Aprile - km percorsi 66,78: finita la vera e propria Avenue Verte, il percorso continua lungo strade e sentieri grazie alle segnalazioni continue e decisamente utili ad ogni bivio:
perdersi è quasi impossibile (anche se noi avevamo un ottimo gps con la traccia caricata, tornato utile se non altro per verificare la correttezza di alcuni tratti nel bosco che possono indurre qualche perplessità n.d.r.)
Da Forges Les Eaux si arriva a Gisors, incontrando paesini non male
non senza qualche imprevisto; rottura di un raggio e cerchione posteriore mezzo storto con copertone che struscia sul telaio!
poco male, invertiamo i copertoni perché quello anteriore è più fino, chiediamo dell'acqua ai cordialissimi abitanti del Nord della Francia (cordialità che va scemando man mano che ci si avvicina a Parigi) e continuiamo fino al paese, dove alle 18:30 troviamo i negozi che stanno chiudendo e un biciclettaio che non parla inglese sprovvisto di raggi o cerchione di ricambio. Ormai è principio, c'arriviamo a Parigi senza un raggio!
A Gisors se prendete la tartarre sappiate che ve ne portano una porzione enorme, se pur buonissima!
28 Aprile - km percorsi 71: praticamente stessa storia, da Gisors a Cergy si passa per campagne e paesini. Si può scegliere anche un itinerario alternativo che passa per Beauvais, che allunga di una trentina di Km, ma di cui non ho notizie avendo fatto quanto segue. Attenzione a questi tratti: per noi era Domenica, ma comunque c'è la tendenza ad avere servizi ridotti, come bar e boulangerie, per cui noi abbiamo avuto difficoltà a trovare da mangiare lungo la strada, e a domanda agli abitanti ci indicavano comunque i centri più grandi dove andare a comprare anche semplicemente del pane e formaggio.
il paesaggio si fa più interessante, un po' di bosco e qualche sentiero spezzano la collezione di campi e mucche
arrivati a Cergy è finita l'avventura bucolica, perché qui comincia l'urbanizzazione. Cergy in particolare è il centro in cui si concentra la popolazione che non può permettersi una casa a Parigi. Quasi impossibile trovare cibo che non sia Junk Food, è comunque una città che ha "subito" una riqualificazione architettonica impressionante. La struttura dell'Axe Majeur e la passerella lunghissima che collega la città alta al fiume con parco annesso è spettacolare:
29 Aprile - km percorsi 79,17: da Cergy, passando per altre amenità
si costeggia la Senna (noi un'ansa l'abbiamo tagliata risparmiando circa 7km, visto che non ci attirava molto e visto che comunque si percorre un bel tratto...) per arrivare a Parigi, che non ha bisogno di foto e presentazioni
"Il posto più bello per vedere Parigi è dalla torre Eiffel, poiché è l'unico da cui non si vede la torre Eiffel stessa" Guy de Maupassant (più o meno, il senso è quello
)
missione compiuta! La regina che saluta quando c'è il sole mi ha accompagnato per tutto il viaggio, salutando a manetta tra l'altro!
Qualche consiglio:
Abbigliamento-> una maglietta al giorno e 2-3 strati da mettere/togliere, di cui l'ultimo impermeabile e antivento. Fondello buonino e scarpe leggere, più un altro paio di scarpe impermeabili. Pantaloni antipioggia e bandana/cappellino da sottocasco. Io così mi sono trovato bene sempre.
Bagaglio-> avevamo due soluzioni, io unico zaino "tecnico" (copertura gialla), ovvero 35l con tanti laccetti, il compagno d'avventure zaino e due borse laterali btwin da 15l l'una rialzate con portapacchi da canotto sella per non sbatterci i talloni. Devo dire che io non ho avuto problemi, facendo passare il canotto sella nella maniglia superiore dello zaino, e fissando ai lati e in fondo con un elastico lo zaino al portapacchi. Utilissima la copertura impermeabile e gialla fluorescente di serie che mentre teneva asciutto il contenuto faceva da segnalazione evidente e da contenimento. Una rete elastica ad avvolgere lo zaino compatta il tutto e permette di incastrare giacche e cose utili da prendere e riporre spesso in piena comodità. Le due borse risultano un po' più accessibili, e molto comodo il "cassettino" che si crea tra i due portapacchi per riporre spesa e quant'altro. Allargare il portapacchi con un telaietto in alluminio, fissato con un paio di fascette, aiuta inoltre nella stabilità del bagaglio; la strada è tutta asfaltata, tranne qualche tratto di sterrato dove potrebbe cadere.
!Utilissimo un borsello da manubrio! per occhiali, colliera, telefono, portafogli etc. etc.
Bici-> qui mi lapiderete, ma ho scoperto a mie spese una cosa: la pieghevole ha senso solo da noi! Nel resto del mondo, la bici è una realtà, non una speranza, e treni, navi, alberghi, bar, ristoranti, sono pronti ad accogliere le bici tanto quanto le persone. Le ruote da 20 si fanno un po' sentire sulla velocità di crociera, e avere una media di 15 piuttosto che di 20 cambia parecchio le cose. Inoltre caricare borse su una 24 o 26 è cosa facile, mentre con una 20 bisogna stare attenti agli ingombri, e difficilmente la si potrà piegare una volta carica (la mia ci riuscivo, ma con 10kg di bagaglio appeso, aveva anche poco senso...) Scaricarla ogni volta e piegarla scoccia parecchio, tanto più quando l'alternativa è pagare 3 pounds (vedi sopra) e togliersi ogni pensiero. In ogni caso si fa, la posizione di guida della Hoptown è anche molto comoda, 10kg sul portapacchi si sentono parecchio (toglietevi dai 5 ai 10 km/h dalle vostre velocità abituali), sia perché scaricano molto l'anteriore e bisogna prestare attenzione (consigliate borse anteriori per distribuire il peso) sia in salita. Non avevo mai usato la prima fin'ora, e le altre marce servono tutte! Compresa la retro... Con la Brompton 3 marce avrei penato moltissimo!
Inoltre in viaggio la tranquillità di legare la bici al palo e andare in giro sereni è bellissima, per cui non sarei stato tranquillo con la Brompton lasciata per strada.
In definitiva, se possibile, fate il viaggio con una bici normale, in aeroporto non paga di più (a patto di avere una borsa dedicata) e comunque a rimontarla ci mettete poco.
Equipaggiamento-> inutile anzi dannoso il coprisellino in gel: fatto il sedere sul vostro sellino quotidiano, allargarlo con tali protezioni fa solo del male. Al secondo giorno l'ho tolto per tornare ad assaporare le forme della mia sella brompton. Un buon fondello può alleviare qualche indolenzimento. Io avevo quello blu del decathlon (il peggiore) ed ho sofferto solo i primo giorno con il coprisellino.
Benedette siano le appendici laterali! Cambiare posizione ogni tanto, appoggiarsi sui gomiti, riposare le mani, sono cose che ti fanno dire tante preghiere benevole!
Pedali anche fissi ma con buona presa, quelli da 5 euro di resina del Deca sono andati alla grande. Tolti i puntapiedi, con un buon grip è stato più il fastidio che altro.
Borraccia se l'avete, altrimenti la prima bottiglia con tappo "sport" che trovate la fate vostra ed eviterete di avere saporacci nell'acqua, è antiurto e se si rompe... se ne compra un altra con l'acqua dentro! Niente sacche per l'acqua, o almeno io l'avevo e la usavo come scorta, perché portarmela sulla schiena non se ne parlava e stare lì a tirare fuori il tubo e rimetterlo dentro non aveva paragoni col prendere la fida bottiglia di plastica e riporla.
Imballaggio-> carta con bollicine e cartoni hanno fatto egregiamente il loro dovere, tutto imballato con scotch nella sacca btwin (che invece è un po' delicatina, o almeno non regge tantissimo gli aeroporti, visto che ha riportato qualche buco). La sacca e le bollicine le abbiamo riposte sul portapacchi sotto il bagaglio, i cartoni buttati e ritrovati a Parigi. Banalità: smontare pedali e sgonfiare gomme! Ce ne siamo ricordati all'aeroporto ed è stata una bella scena...
Pianificazione -> ci siamo presi due pizze una sera e con google earth davanti abbiamo caricato la traccia presa dal sito ufficiale
http://www.avenuevertelondonparis.com/modificandola e segnandoci dove pensavamo di arrivare; avere degli obbiettivi secondo me è importante, sia perché evita di strafare o di fermarsi prima di aver effettivamente dato tutto. Inoltre sono zone in cui trovare da dormire o da mangiare significa spostarsi di 20-30km, e in macchina è un conto, in bici, dopo averne già 50 sulle spalle, un altro. Quindi, messi gli spilloni sulle tappe, abbiamo cercato semplicemente con booking.com le condizioni migliori. E poi alla fine, andando a sbirciare sui giri proposti da agenzie come girolibero, abbiamo notato che effettivamente si fermavano dove avevamo programmato noi (le cittadine non sono poi molte). Due ragazze hanno deviato per Giverny, e insomma itinerari alternativi sono fattibilissimi, ma poi sono tornate sulla traccia ufficiale perché faticavano a mantenere la rotta senza le indicazioni che invece pullulano sul percorso ufficiale. Un buon GPS (Garmin Oregon 450t il nostro) e pianificazione a casa di rotte gpx annulla questo problema.
Che dire, dovrebbe essere tutto, io il viaggio lo consiglio caldamente anche a famiglie con bambini, il percorso è tranquillo, suggestivo, divertente e sicuro, basta stare attenti ai pochi tratti su strada (ai pochi senza corsia dedicata, piucchealtro).
Le indicazioni, ripeto, sono continue e chiarissime, sia in un senso sia nell'altro. A questo proposito, consiglierei di fare Parigi-Londra piuttosto che Londra-Parigi, perché la sensazione (e anche la visione del profilo altimetrico) indica che sia in discesa piuttosto che in salita, nonostante pendenze da entrambe le parti (ovviamente).
Buon viaggio!