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Autore Topic: Londra-Parigi - Avenue Verte in pieghevole  (Letto 23675 volte)

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Offline daniele carioca

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Londra-Parigi - Avenue Verte in pieghevole
« Risposta #15 il: Maggio 02, 2013, 04:45:53 pm »
attendo un rapporto dettagliatissimo!!!!!!!!!!!!!!!!! ;D
mi hai quasi convinto con la sola foto!
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Offline occhio.nero

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Londra-Parigi - Avenue Verte in pieghevole
« Risposta #16 il: Maggio 02, 2013, 07:03:22 pm »
daje!!!! :)
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Offline ImpattoZero

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Londra-Parigi - Avenue Verte in pieghevole
« Risposta #17 il: Maggio 02, 2013, 11:48:37 pm »
Accidenti ... Che bella esperienza .. Anche io mi unisco ai curiosi daiiii..... Dai caxxo...
bfold 3 + Big Apple-- Hoptown Rosso Ferrari...
Quando scendo da quel bus e apro la bici......mi investe una fortissima sensazione di libertà...per questo amo la mia pieghevole...

Offline Hopton

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Londra-Parigi - Avenue Verte in pieghevole
« Risposta #18 il: Maggio 03, 2013, 07:08:36 am »
Paloma santo subito! ;D
"La città è fatta per le persone, non per scatole di metallo". (Ayfer Baykal, assessore all'ambiente, comune di Copenhagen)
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Offline paloma84

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Londra-Parigi - Avenue Verte in pieghevole
« Risposta #19 il: Maggio 03, 2013, 11:46:36 am »
Come promesso, vi segnalo questo godibile percorso che, sfruttando ciclabili e tratti provvisori di raccordo, unisce Londra a Parigi.
Noi avevamo 6 giorni a disposizione, arrivando la notte del 24 Aprile a Londra e ripartendo il pomeriggio del 1 Maggio, per cui abbiamo operato delle scelte per massimizzare il gusto dell'esperienza.

25 Aprile - km percorsi 45,98: Prendiamo il treno da Victoria station (Londra è zeppa di Brompton!) per avvantaggiarci direttamente a Brighton sulla costa, saltando la campagna inglese e la relativa pista che corre parallela alla ferrovia, non troppo entusiasmante come percorso, salvo un tratto chiamato cuckoo trail (http://www.eastsussex.gov.uk/leisureandtourism/countryside/walks/cuckootrail/default.htm) i cui colori e sensazioni ritroverete abbondantemente sul primo tratto del percorso francese. Arrivati a Brighton si preparano le bici che fino ad allora erano in versione provvisoria per il treno:

Da qui si inizia a pedalare direzione est lungo la costa, per raggiungere Newhaven, il porto da cui parte il traghetto che attraversa la manica. Posati i bagagli in albergo, si continua verso il vicino parco delle Seven Sisters, che presenta una suggestiva costa calcarea a picco sul mare. Raggiunta la spiaggia ci si arrampica senza bici sul punto più alto:

e insomma ci si aggira a piacere in questa riserva verde e acquosa.

26 Aprile - km percorsi 59,58: il traghetto per Dieppe, il porto francese dove sbarcheremo, parte alle 10 o alle 23, impiegando 4 ore (5 considerando il fuso orario), quindi è una nave che non va persa! Portare le bici costa 3 pound in più rispetto ai 25 del biglietto, soldi sicuramente da pagare per non dover smontare i bagagli e piegare la bici, entrando come "foot passenger". Qui il nostro primo errore: pensando di fare "i pieghevoli", abbiamo acquistato il biglietto solo passeggero, ma al pensiero di dover smontare e rimontare il bagaglio abbiamo chiesto la modifica del biglietto, cosa che fanno sena problemi con un costo di 10 pounds. Totale: 16 pounds per due biciclette, invece di 6. Pazienza, tutta esperienza. Nave fighissima con mensa a bordo e tutto il necessario per stare più che comodi, stile crociera. 8 ciclisti incontrati in sala d'attesa, di cui due ragazze italiane.
Arrivati a Dieppe si parte subito (girando a destra, mi raccomando, se sbagliate la prima non troverete le indicazioni!) per strade condivise con le macchine (notate come sia segnalato...)

da segnalare le rovine di Arques de la bataille, molto in salita arrivarci ma merita il giro del fossato con vista su campo di battaglia:

fino ad arrivare alla vera e propria Avenue Verte, che si presenta più o meno così per 45 km:

si incontrano fienili, mucche, fattorie, case, percorrendo il percorso che faceva la ferrovia, con gran gaudio di chi aveva una casa che al massimo ora sente qualche campanello invece di locomotive.
Questa è la parte più noiosa, secondo me; è bello avere una strada tutta per sé in mezzo al verde, ma dopo un po' diventa monotono...
Si arriva tutti a Forges Les Eaux, dove una signora gentile con creperie vi serve dell'ottimo filetto e del buon sidro a prezzi onesti (l'alternativa è il cinese...)

27 Aprile - km percorsi 66,78: finita la vera e propria Avenue Verte, il percorso continua lungo strade e sentieri grazie alle segnalazioni continue e decisamente utili ad ogni bivio:

perdersi è quasi impossibile (anche se noi avevamo un ottimo gps con la traccia caricata, tornato utile se non altro per verificare la correttezza di alcuni tratti nel bosco che possono indurre qualche perplessità n.d.r.)
Da Forges Les Eaux si arriva a Gisors, incontrando paesini non male



non senza qualche imprevisto; rottura di un raggio e cerchione posteriore mezzo storto con copertone che struscia sul telaio!

poco male, invertiamo i copertoni perché quello anteriore è più fino, chiediamo dell'acqua ai cordialissimi abitanti del Nord della Francia (cordialità che va scemando man mano che ci si avvicina a Parigi) e continuiamo fino al paese, dove alle 18:30 troviamo i negozi che stanno chiudendo e un biciclettaio che non parla inglese sprovvisto di raggi o cerchione di ricambio. Ormai è principio, c'arriviamo a Parigi senza un raggio!
A Gisors se prendete la tartarre sappiate che ve ne portano una porzione enorme, se pur buonissima!

28 Aprile - km percorsi 71: praticamente stessa storia, da Gisors a Cergy si passa per campagne e paesini. Si può scegliere anche un itinerario alternativo che passa per Beauvais, che allunga di una trentina di Km, ma di cui non ho notizie avendo fatto quanto segue. Attenzione a questi tratti: per noi era Domenica, ma comunque c'è la tendenza ad avere servizi ridotti, come bar e boulangerie, per cui noi abbiamo avuto difficoltà a trovare da mangiare lungo la strada, e a domanda agli abitanti ci indicavano comunque i centri più grandi dove andare a comprare anche semplicemente del pane e formaggio.


il paesaggio si fa più interessante, un po' di bosco e qualche sentiero spezzano la collezione di campi e mucche




arrivati a Cergy è finita l'avventura bucolica, perché qui comincia l'urbanizzazione. Cergy in particolare è il centro in cui si concentra la popolazione che non può permettersi una casa a Parigi. Quasi impossibile trovare cibo che non sia Junk Food, è comunque una città che ha "subito" una riqualificazione architettonica impressionante. La struttura dell'Axe Majeur e la passerella lunghissima che collega la città alta al fiume con parco annesso è spettacolare:




29 Aprile - km percorsi 79,17: da Cergy, passando per altre amenità

si costeggia la Senna (noi un'ansa l'abbiamo tagliata risparmiando circa 7km, visto che non ci attirava molto e visto che comunque si percorre un bel tratto...) per arrivare a Parigi, che non ha bisogno di foto e presentazioni  :D
"Il posto più bello per vedere Parigi è dalla torre Eiffel, poiché è l'unico da cui non si vede la torre Eiffel stessa" Guy de Maupassant (più o meno, il senso è quello  ;D )

missione compiuta! La regina che saluta quando c'è il sole mi ha accompagnato per tutto il viaggio, salutando a manetta tra l'altro!


Qualche consiglio:
Abbigliamento-> una maglietta al giorno e 2-3 strati da mettere/togliere, di cui l'ultimo impermeabile e antivento. Fondello buonino e scarpe leggere, più un altro paio di scarpe impermeabili. Pantaloni antipioggia e bandana/cappellino da sottocasco. Io così mi sono trovato bene sempre.

Bagaglio-> avevamo due soluzioni, io unico zaino "tecnico" (copertura gialla), ovvero 35l con tanti laccetti, il compagno d'avventure zaino e due borse laterali btwin da 15l l'una rialzate con portapacchi da canotto sella per non sbatterci i talloni. Devo dire che io non ho avuto problemi, facendo passare il canotto sella nella maniglia superiore dello zaino, e fissando ai lati e in fondo con un elastico lo zaino al portapacchi. Utilissima la copertura impermeabile e gialla fluorescente di serie che mentre teneva asciutto il contenuto faceva da segnalazione evidente e da contenimento. Una rete elastica ad avvolgere lo zaino compatta il tutto e permette di incastrare giacche e cose utili da prendere e riporre spesso in piena comodità. Le due borse risultano un po' più accessibili, e molto comodo il "cassettino" che si crea tra i due portapacchi per riporre spesa e quant'altro. Allargare il portapacchi con un telaietto in alluminio, fissato con un paio di fascette, aiuta inoltre nella stabilità del bagaglio; la strada è tutta asfaltata, tranne qualche tratto di sterrato dove potrebbe cadere.
!Utilissimo un borsello da manubrio! per occhiali, colliera, telefono, portafogli etc. etc.

Bici-> qui mi lapiderete, ma ho scoperto a mie spese una cosa: la pieghevole ha senso solo da noi! Nel resto del mondo, la bici è una realtà, non una speranza, e treni, navi, alberghi, bar, ristoranti, sono pronti ad accogliere le bici tanto quanto le persone. Le ruote da 20 si fanno un po' sentire sulla velocità di crociera, e avere una media di 15 piuttosto che di 20 cambia parecchio le cose. Inoltre caricare borse su una 24 o 26 è cosa facile, mentre con una 20 bisogna stare attenti agli ingombri, e difficilmente la si potrà piegare una volta carica (la mia ci riuscivo, ma con 10kg di bagaglio appeso, aveva anche poco senso...) Scaricarla ogni volta e piegarla scoccia parecchio, tanto più quando l'alternativa è pagare 3 pounds (vedi sopra) e togliersi ogni pensiero. In ogni caso si fa, la posizione di guida della Hoptown è anche molto comoda, 10kg sul portapacchi si sentono parecchio (toglietevi dai 5 ai 10 km/h dalle vostre velocità abituali), sia perché scaricano molto l'anteriore e bisogna prestare attenzione (consigliate borse anteriori per distribuire il peso) sia in salita. Non avevo mai usato la prima fin'ora, e le altre marce servono tutte! Compresa la retro... Con la Brompton 3 marce avrei penato moltissimo!
Inoltre in viaggio la tranquillità di legare la bici al palo e andare in giro sereni è bellissima, per cui non sarei stato tranquillo con la Brompton lasciata per strada.
In definitiva, se possibile, fate il viaggio con una bici normale, in aeroporto non paga di più (a patto di avere una borsa dedicata) e comunque a rimontarla ci mettete poco.

Equipaggiamento-> inutile anzi dannoso il coprisellino in gel: fatto il sedere sul vostro sellino quotidiano, allargarlo con tali protezioni fa solo del male. Al secondo giorno l'ho tolto per tornare ad assaporare le forme della mia sella brompton. Un buon fondello può alleviare qualche indolenzimento. Io avevo quello blu del decathlon (il peggiore) ed ho sofferto solo i primo giorno con il coprisellino.
Benedette siano le appendici laterali! Cambiare posizione ogni tanto, appoggiarsi sui gomiti, riposare le mani, sono cose che ti fanno dire tante preghiere benevole!
Pedali anche fissi ma con buona presa, quelli da 5 euro di resina del Deca sono andati alla grande. Tolti i puntapiedi, con un buon grip è stato più il fastidio che altro.
Borraccia se l'avete, altrimenti la prima bottiglia con tappo "sport" che trovate la fate vostra ed eviterete di avere saporacci nell'acqua, è antiurto e se si rompe... se ne compra un altra con l'acqua dentro! Niente sacche per l'acqua, o almeno io l'avevo e la usavo come scorta, perché portarmela sulla schiena non se ne parlava e stare lì a tirare fuori il tubo e rimetterlo dentro non aveva paragoni col prendere la fida bottiglia di plastica e riporla.

Imballaggio-> carta con bollicine e cartoni hanno fatto egregiamente il loro dovere, tutto imballato con scotch nella sacca btwin (che invece è un po' delicatina, o almeno non regge tantissimo gli aeroporti, visto che ha riportato qualche buco). La sacca e le bollicine le abbiamo riposte sul portapacchi sotto il bagaglio, i cartoni buttati e ritrovati a Parigi. Banalità: smontare pedali e sgonfiare gomme! Ce ne siamo ricordati all'aeroporto ed è stata una bella scena...

Pianificazione -> ci siamo presi due pizze una sera e con google earth davanti abbiamo caricato la traccia presa dal sito ufficiale http://www.avenuevertelondonparis.com/
modificandola e segnandoci dove pensavamo di arrivare; avere degli obbiettivi secondo me è importante, sia perché evita di strafare o di fermarsi prima di aver effettivamente dato tutto. Inoltre sono zone in cui trovare da dormire o da mangiare significa spostarsi di 20-30km, e in macchina è un conto, in bici, dopo averne già 50 sulle spalle, un altro. Quindi, messi gli spilloni sulle tappe, abbiamo cercato semplicemente con booking.com le condizioni migliori. E poi alla fine, andando a sbirciare sui giri proposti da agenzie come girolibero, abbiamo notato che effettivamente si fermavano dove avevamo programmato noi (le cittadine non sono poi molte). Due ragazze hanno deviato per Giverny, e insomma itinerari alternativi sono fattibilissimi, ma poi sono tornate sulla traccia ufficiale perché faticavano a mantenere la rotta senza le indicazioni che invece pullulano sul percorso ufficiale. Un buon GPS (Garmin Oregon 450t il nostro) e pianificazione a casa di rotte gpx annulla questo problema.

Che dire, dovrebbe essere tutto, io il viaggio lo consiglio caldamente anche a famiglie con bambini, il percorso è tranquillo, suggestivo, divertente e sicuro, basta stare attenti ai pochi tratti su strada (ai pochi senza corsia dedicata, piucchealtro).
Le indicazioni, ripeto, sono continue e chiarissime, sia in un senso sia nell'altro. A questo proposito, consiglierei di fare Parigi-Londra piuttosto che Londra-Parigi, perché la sensazione (e anche la visione del profilo altimetrico) indica che sia in discesa piuttosto che in salita, nonostante pendenze da entrambe le parti (ovviamente).

Buon viaggio!  ;)
« Ultima modifica: Maggio 03, 2013, 01:30:16 pm by paloma84 »

Offline occhio.nero

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« Risposta #20 il: Maggio 03, 2013, 12:01:23 pm »
eccezionali!!!!  :)

una foto minimo 800 pixel per il gruppo facebook?

ps: hai anche la traccia gps?
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Offline paloma84

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« Risposta #21 il: Maggio 03, 2013, 12:09:12 pm »
questa mi sembra la foto più emblematica
https://dl.dropboxusercontent.com/u/7839667/Fold%20Your%20Way.jpg

e qui la traccia gps comprensiva dei giri per Parigi (ma che possono tornare utili per le principali attrazioni  ;D)
https://dl.dropboxusercontent.com/u/7839667/Londra-Parigi.gpx

consiglio spassionato: evitate Parigi di Martedì o il primo Maggio! Tutto chiuso! Ma tutto tutto!

Offline Peo

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« Risposta #22 il: Maggio 03, 2013, 01:37:30 pm »
Complimenti Paloma.
Bel giro e ottimo report.
Ho apprezato molto anche la seconda parte dedicata ai consigli per chi affronterà viaggi simili e mi trovo d'accordo su tutto quanto hai scritto.
La distribuzione dei pesi importanti trovo sia un elemento fondamentale. Fino a poco tempo fa caricavo tutto sul portapacchi posteriore e a volte capitava che spingendola a piedi la bici tendesse addirittura ad impennarsi  :o  8)
Inoltre caricando tutto solamente dietro, la bici rimane si manovrabile, ma anche molto instabile soprattutto alle basse velocità.

Anche "svestire" agevolmente la pieghevole dai bagagli è molto importante per poter sfruttare se necessario la caratteristica principale delle nostre bici: la piegatura.

Fondamentali anche per me le appendici sul manubrio e l'utilizzo di una buona sella, entrambi ben testati prima della partenza. Il male al sedere e/o ai polsi può trasformare un piacevole cicloviaggio in una tortura.


Per quanto riguarda la borraccia, sto pensando di sostituirla con una comune bottiglietta di plastica, che da vuota può essere accartocciata senza rompersi (sono estremamente resistenti) ed occupare meno spazio tra i bagagli. Inoltre, comprandola in loco prima di partire, eviterei di portarla in aereo (= meno ingombro).

Unica cosa che non mi piace è l'uso della "ragantela elastica". E' solo un parere personale (anche di SGiallo  ;D ) ma non mi ci trovo affatto comodo perchè si attorciglia sempre e per questo mi fa diventare molto nervoso  >:(

Ancora complimenti per il viaggio e per il report, il kharma te l'avevo dato già ieri sulla fiducia e ho fatto proprio bene.
Ciao

PEO
« Ultima modifica: Maggio 03, 2013, 01:39:47 pm by Peo »
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« Risposta #23 il: Maggio 03, 2013, 01:56:00 pm »
Grazie davvero!
Gran bella cronaca ed utilissimi i consigli.

Un saluto.
Dahon Ios X9 Nickel - Dahon Classic III Burgundy Red - Brompton M6L Black Edition Black - Birdy City Premium White

Offline paloma84

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« Risposta #24 il: Maggio 03, 2013, 05:42:35 pm »

Unica cosa che non mi piace è l'uso della "ragantela elastica". E' solo un parere personale (anche di SGiallo  ;D ) ma non mi ci trovo affatto comodo perchè si attorciglia sempre e per questo mi fa diventare molto nervoso  >:(

Guarda, sono tendenzialmente d'accordo pure io, mettere e togliere la rete non è proprio fattibile, molto meglio gli elastici singoli, anche se litigo con tutto ciò che abbia ganci. La soluzione è stata attaccarla allo zaino e lasciarla lì, con se ne fosse parte, utilizzandola per metterci la giacca o un pacchetto di patatine, una bottiglia d'acqua o la cartina, senza dover aprire e chiudere tasche. Quando toglievo lo zaino, che come giustamente dici va fissato in modo da poterlo togliere agevolmente, pena innumerevoli bestemmie due volte al giorno, la lasciavo su e via. Utili sono state le varie fibie con sgancio rapido (le classiche che si aprono con la pressione delle due dita) di serie sullo zaino, poiché permettono di ancorare lo stesso in più punti, legarci il casco, allungarle per una bottiglia grande, etc. etc.
Mi sento anche di consigliare lo zaino perché lascia le mani libere una volta indossato, così da poter gestire bene la bici chiusa in aeroporto, o arrivare alla stazione col bagaglio smontato per salire al volo sul treno.

Perdonate la lungaggine, man mano che mi vengono in mente cose sto aggiungendo, son cose che sapere prima è sempre meglio  ;)
« Ultima modifica: Maggio 10, 2013, 09:53:56 am by paloma84 »

Offline Frappuccino

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« Risposta #25 il: Maggio 16, 2013, 11:54:29 am »
Grazie Paloma per il report!
Mi sono piaciuti molto i dettagli per le piccole cose e i consigli, che fanno sempre bene!

Alla fne del testo suggerisci di fare il percorso al contrario di quello che avete fatto voi, cioè Parigi-Londra, non ho capito perchè? Perche ci sono piu "discese"?

Inoltre approfitto della tua esperienza di viaggio per chiederti qualcosa di più sui pernottamenti, perchè ho visto sul percorso che i sono pocchissime strutture ... nel pochi paesini che si incontrano. Voi avete prenotato prima? Avete trovato da dormire senza problemi (economicamente abbordabile?) ?


di nuovo complimenti!!!

fra

Offline pierfa78

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« Risposta #26 il: Maggio 16, 2013, 02:49:44 pm »
Complimenti e congratulazioni per la conclusione di questa splendida avventura... e per averci fatto fare un pezzo di strada con voi grazie al tuo racconto  :) !!

... sono un paio di anni che sogno di fare un "viaggio" in bici ma continuo a giustificarmi con la scusa del lavoro e degli animali da accudire per mascherare la paura che ho in realtà nell'abbandonare l'idea (e sottolineo l'IDEA) di sicurezza e comfort che da l'auto  :-\ !!!!

... chissà che la Brompton e la possibilità di salire al volo su un treno o su un bus non mi stimoli a fare il grande balzo  ;) !!
"La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l'equilibrio devi muoverti." Albert Einstein.
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« Risposta #27 il: Agosto 25, 2013, 12:10:33 pm »
Parigi-Londra, una vacanza sostenibile ed alcune considerazioni
Giulietta Pagliaccio, Presidente FIAB, scrive una breve cronaca del recente ciclo-viaggio sulla Parigi-Londra dall'associazione FIAB Melegnano e non manca l'occasione di fare alcune considerazioni su casa nostra.
(dal sito Fiab, 24 Agosto 2013)
 
Quando abbiamo letto del percorso cicloturistico che unisce due tra le capitali più note al mondo, Parigi e Londra, non ci siamo fatti scappare l’opportunità di testare questo percorso che avrà, a nostro avviso, un grande futuro tra il sempre più numeroso popolo dei cicloturisti.
 
Cominciamo col dire che è un percorso facile, purché si abbia un po’ di allenamento a stare diverse ore sul sellino della bicicletta. I percorsi sono variegati: asfalto, qualche sterrato, in sede protetta e non, generalmente pianeggiante con qualche salita che rende meno monotono il viaggio.
 
Il tragitto viene segnalato con 408km dalla piazza di Notre Dame di Parigi, ma noi ne abbiamo fatti solo circa 360: un paio di tratti presentano salite particolarmente impegnative che abbiamo evitato utilizzando pullman di linea per raggiungere il nostro albergo. Questo grazie all’organizzazione del tour operator cui ci siamo appoggiati – Simonetta Bike Tours - che ha caricato le nostre biciclette fino alla tappa successiva.
Se siete il genere “cicloturista tranquillo” una settimana è il tempo minimo per questa vacanza, ma noi consigliamo qualche giorno in più per visitare Parigi e Londra che, da sole, valgono tutto il viaggio.

Abbiamo raggiunto Parigi da Milano in treno con cuccetta: un’ottima soluzione per avere un giorno in più a disposizione per visitare la città. Per il ritorno da Londra abbiamo utilizzato invece il mezzo più veloce, un volo Londra Milano. Possiamo dire che in questa vacanza abbiamo sperimentato tutti i mezzi di trasporto più diffusi, oltre alla bicicletta: treni, traghetto, pullman di linea, metropolitane, bike sharing e aereo.
Le poche note tecniche possono dare un’idea di questo cicloviaggio: per gli approfondimenti basta un giro su google e trovate tutto e di più.
 
Vale la pena, invece, evidenziare come stanno le due nazioni – Francia e Inghilterra – sul fronte della ciclabilità: durante i nostri viaggi in bicicletta cerchiamo sempre di capire cosa fanno i nostri concittadini europei e anche in pochi giorni alcune idee ce le siamo fatte.
 
Innanzi tutto, nel tratto di Francia e Inghilterra che abbiamo percorso non abbiamo visto moltitudini di cicloturisti come in Germania, Austria o Olanda: evidentemente il cicloturismo non è ancora una pratica molto diffusa come in quelle nazioni e in questo ci somigliamo molto.
 
Tuttavia la viabilità in generale è ben organizzata per tutti i tipi di utenti: abbiamo visto moltissimi interventi di moderazione della velocità, segnaletica che indica di prestare attenzione a bambini e a ciclisti e tante indicazioni di condivisione degli spazi con le biciclette.
Con un paradosso possiamo dire che abbiamo visto “poche piste ciclabili” nel senso di percorsi protetti e dedicati esclusivamente alla bicicletta, ma abbiamo visto molto utilizzo di segnaletica orizzontale: strisce che delimitano spazi sulla carreggiata delle auto o su larghi marciapiedi con pittogrammi che indicano lo spazio per le biciclette.
Un lavoro di vernice e pennello che sicuramente non ha i costi dei faraonici interventi che spesso vediamo in Italia, ma che permettono di viaggiare in bicicletta anche in mezzo al traffico di Londra.
A Parigi quello che colpisce è sicuramente la diffusione capillare del bike sharing, il famoso Vélib: è ovunque e molto utilizzato dai parigini. Dopo la Tour Eiffel è sicuramente il nuovo land mark della città e hanno fatto un’operazione di marketing molto efficace, fatta anche di gadgets ed accessori che ovviamente abbiamo comprato: per averne un’idea vi invitiamo a visitare il sito www.velib.france.fr.
 
Forse grazie a questa capillare diffusione di bici condivise abbiamo visto poche persone con biciclette proprie e ancor meno con bici pieghevoli: sicuramente la straordinaria offerta di trasporto pubblico unita ad altri mezzi di trasporto condivisi (biciclette, auto elettriche, ma anche furgoni) rendono più semplice fare a meno dell’auto di proprietà.
 
Anche Londra ha un buon servizio di bike sharing ma meno utilizzato che a Parigi (questa almeno la nostra impressione) e l’uso della bicicletta in generale non è così diffuso, nonostante i percorsi per le bici siano ben segnalati: del resto l’offerta di trasporto pubblico è talmente variegata da rendere praticamente inutile qualsiasi altro mezzo di trasporto.
 
Per le biciclette sono previsti anche percorsi differenziati per ciclisti “frettolosi”: un percorso azzurro per chi non ha tempo da perdere su cui è vietato andare ad andatura di crociera, pena l’essere travolti dal ciclista che magari deve raggiungere il posto di lavoro in orario.
 
 
E poi si torna a casa e dopo ogni viaggio fai alcune considerazioni:
 
1. Gli altri cittadini europei sono molto più simili a noi di quanto non si creda. Abbiamo visto automobilisti inglesi guidare come su piste da formula 1, ma abbiamo anche visto un’auto parcheggiata in divieto di sosta tappezzata di fogli A4 scritti da residenti della zona dove si faceva notare al malcapitato che “Qui non si parcheggia” e, non paghi, avevano anche sgonfiato due ruote. Quello che ci differenzia è la capacità di indignazione e il non aspettare che altri facciano per te: se c’è un diritto violato non attendono che ci sia il vigile per la multa ma te lo fanno notare immediatamente, a volte in modo cortese altre più pesantemente, come nel caso dell’auto con le ruote sgonfiate (e siamo stati anche noi oggetto di qualche reprimenda per peccatucci veniali frutto di disattenzione).
 
2. I nostri amministratori pubblici non viaggiano mai all’estero, anche solo per una vacanza di piacere? E se sì, si fanno qualche domanda tipo: “ma se Londra riesce ad organizzare la viabilità ciclistica con pennello e vernice cosa mi impedisce di farlo nel mio paesello di 10.000 abitanti?” (ma anche nella mia città di 50.000, 100.000 abitanti e su, su fino alla capitale?)
 
3. Ultima considerazione: Parigi e Londra sono due città che attirano milioni di turisti per mille motivi diversi e l’idea di unirle con un percorso ciclabile è geniale: significa aver capito che c’è un’ulteriore fetta di mercato turistico, quello in bicicletta, che ha un motivo in più per andare in Francia o in Inghilterra.
Quante città abbiamo in Italia con lo stesso appeal turistico! Provate a pensare Roma-Firenze unite da una ciclabile: milioni di turisti stranieri non aspetterebbero altro che poter visitare la città eterna e la culla del rinascimento in sella alla loro bicicletta. Milioni di turisti che fanno girare l’economia, senza le conseguenze di milioni di macchine che rendono certi luoghi di vacanza più simili ad un girone dell’inferno dantesco.
Federico
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