Scoprire questo sito mi ha consentito di approfondire la conoscenza delle biciclette pieghevoli (ma no...) e questa conoscenza si è rivelata poi fondamentale ai fini della mia scelta. E’ passato ormai più di un mese da quando sono uscito dal negozio col portafogli più leggero (e la gamba più veloce), così ho pensato di raccontare anche la mia storia di utente soddisfatto, perché alla fine quando ero là che cercavo di indirizzare la mia scelta non avevo trovato poi tante esperienze di utenti simili a me. Annoiarvi con questa storia può considerarsi il mio modo di ripagare la comunità (la prossima volta imparate).
I punti chiave della (mia) sceltaViaggio molto spesso tra Firenze e Roma, ma ho un moderato bisogno di intermodalità all’interno della città. Quando vado da Firenze a Roma uso la bicicletta solo se ho molta fretta, perché a Firenze mi consente di andare letteralmente dalla scrivania al posto a sedere sul treno in meno di 20 minuti (se tiro stimo anche in meno di 15). Il secondo mezzo più veloce è la combinazione gambe + treno locale che nella migliore delle ipotesi porta via almeno 20 minuti ed è sempre soggetta al rischio di ritardi. Il resto delle possibilità è insoddisfacente ai fini del tempo (andare direttamente a piedi, circa 40 minuti) o dello stress (andare in autobus, tempo indefinito ed indefinibile). Quando parto da Roma in genere non ho problemi di fretta perché sono padrone del mio tempo (non ho riunioni o chiamate dell’ultimo minuto).
In città (Firenze) uso molto la bicicletta, che ho comprato come sostituto delle... scarpe. Benché possegga un’auto, infatti, trovo insopportabile l’uso dell’auto in città (in qualunque città), preferendo muovermi a piedi. Da casa mia al mio ufficio il percorso è di circa 4 km solo andata, che ho spessissimo coperto a piedi nel passato (circa 40 minuti); ho preso una bici per soddisfare la necessità di arrivare in ufficio in meno tempo rispetto al passato. Stamattina peraltro riflettevo su come un semaforo rosso sia un’occasione per riposarsi se vai in bici, e un’occasione per aumentare lo stress se vai in auto, ma va bene, sappiamo tutti che è meglio la bici dell’auto per muoversi in città, inutile ripetersi.
Non ho un garage né una cantina nella casa in cui abito, che non è sufficientemente grande da ospitare una bicicletta non pieghevole. In passato ho lasciato le mie bici in strada e ora se le sta godendo qualcun’altro (sempre se le mie maledizioni non hanno avuto effetto; viceversa se le stanno godendo i suoi parenti). Abito al secondo piano, c’è l’ascensore ma non lo uso.
In base a quanto sopra mi sono indirizzato verso l’acquisto di una bicicletta pieghevole.
Mentre pensavo al da farsi ho stilato una lista di quello che per me era importante, cercando anche di assegnare delle priorità:
La mia personale classifica sarà stilata in base a, nell'ordine: 1) versatilità 2) compattezza 3) possibiltà di trovare i ricambi 4) prezzo 5) stile 6) materiale (Acciaio meglio di Alluminio) 7) facilità di manutenzione
Alla fine in base a quanto sopra, e di questa profetica affermazione:
ti dico che se hai in testa la brommie anche se ne prendi un'altra stai solo rimandando l'acquisto, per lo meno per me è stato così...
ho finito per lo scegliere una Brompton, in particolare una H6L. Sono stato indeciso a lungo, soppesando anche la possibilità di prendere una Tern Link P9 Frecciarossa, ma la scarsa attenzione da parte del distributore e le disavventure con la catena lamentate da molti utenti mi hanno fatto propendere per la Brompton. Per la cronaca, ho provato anche una Dahon Vitesse, che mi è parsa comodissima e stabile, anche se con uno sterzo che mi dava meno sicurezza di quello Brompton.
Il peso delle due biciclette è del tutto paragonabile, ed io ho una certa preferenza per l’acciaio rispetto all’alluminio.
I ricambi della Brompton sono sempre disponibili, arrivano credo in pochissimo -mi pare di ricordare di aver sentito parlare di attesa di una settimana mentre pagavo la mia bici- e la politica di retrofitting che adotta Brompton ha tutta la mia stima. Inoltre la scelta di produrre in Europa garantisce un livello di rispetto dei diritti dei lavoratori che forse solo una Bike Friday avrebbe garantito con lo stesso rigore. (Già: perché non una Bike Friday? Beh, intanto perché è un po’ complicato provarla, e poi perché non entra sotto la scrivania. E allora perché non una Di Blasi? Beh, perché anche l’occhio vuole la sua parte). Infine, il miglioramento continuo del prodotto ha portato ad un livello di qualità dell’assemblaggio che immagino pressoché irraggiungibile da chiunque altro, al prezzo di una Brompton, nel breve periodo.
Perché una H6LSono alto 179 cm, peso 68 Kg e in giro per Firenze ed attorno alla città ci sono belle salite, ecco perchP 6 marce; la S mi pareva caricare troppo le braccia, la M non consentiva ripensamenti (tipo, alzare il manubrio post-acquisto sarebbe stato complicatissimo) mentre l’H può consentire, mediante la modifica della curva del manubrio, un abbassamento della postura. In particolare, il giunto del piantone (dove si innesta il manubrio) di un manubrio H e quello di un manubrio S sono pressoché alla stessa altezza, come si vede in questo post:
Per la cronaca, dopo averli provati (quasi) tutti, meno il P, mi sono convinto a prendere un H perché:
- S era ottimo ma caricava un po' troppo le braccia
- M era quasi perfetto come altezza (sono alto 179 cm) ma non aveva un minimo di avancorsa e mi sentivo le manopole troppo vicine
- H era (ed è) leggermente troppo alto, ma ha un po' di avancorsa e si può abbassare con un nuovo manubrio, senza modificare i cavi
Alla fine l'attacco H e quello S sono pressoché alla stessa altezza, ma S ha quasi 2 cm in più di avancorsa. Ho finito con lo scegliere H.
quindi praticamente la soluzione che ho trovato più versatile di tutte è quella del manubrio H, che partendo da una postura bella eretta consente un abbassamento (anche significativo) senza dover ricomprare i cavi. Ho scelto ammortizzazione rigida perché quella morbida non mi aveva minimamente convinto.
Come è cambiata la mia vitaNon è cambiata, però dormo mezz’ora in più la mattina. Non posso vantarmi della CO2 che non emetto in quanto, come ho detto, andavo a piedi anche prima (tranne quando non mi andava di camminare, nel qual caso prendevo l’auto arrivando al lavoro con la voglia di uccidere qualcuno a causa del fastidio accumulato nel traffico) ma arrivo in ufficio molto più velocemente. Risparmio la risuolatura delle scarpe, da effettuare grosso modo ogni 200 km.
Ho eliminato il caffè preso andando al lavoro in un certo bar perché non hanno consentito una volta l’ingresso della bici e quindi ho deciso di eliminare il bar –anche quando sono a piedi. Adesso prendo il caffè quando arrivo.
Il mio ufficio è molto più frequentato perché vengono a vedere la bicicletta (dico davvero) che entra sotto la scrivania, cosa che non sarebbe stata possibile con un’altra pieghevole.
Non ho ancora un’esperienza di uso della bici nel traffico tremendo perché non ho ancora trovato traffico tremendo: è estate e la gran parte del traffico si è spostata sulle vie di accesso al mare. Col traffico credo che mi arrabbierò un po’, più di quanto non mi arrabbiassi a piedi e mooooolto meno di quanto non mi arrabbiassi in auto.
L’intermodalità funziona molto bene, la bicicletta una volta piegata e coperta entra in una busta Ikea, scomparendo completamente dal mondo delle biciclette e finendo nel mondo dell’understatement. E’ un po’ pesante portarsela dal vagone ferroviario a quello della metro, ma ci si riesce.
Il dubbio più grande, relativo alle pedalate sui sampietrini del centro, si è al momento dissolto. Non risento assolutamente dei fondi irregolari, l’ammortizzazione rigida la trovo più confortevole della morbida in quanto non “balla” e il manubrio non vibra poi tanto. Quando abbasserò un po’ la postura adottando una piega diversa per il manubrio mi aspetto ancora meno vibrazioni, o meglio, mi aspetto le stesse vibrazioni con una minore ampiezza. Peraltro ho iniziato a chiedermi cosa succederebbe alle vibrazioni riempendo manubrio e telaio di schiuma di poliuretano; non ho ancora una risposta, vi farò sapere quando e se la trovo.
Il parcheggio della bicicletta in casa è ottimo, la bici diventa praticamente invisibile quando la chiudo, anche se la chiudo abbastanza raramente.
Spero col tempo di riuscire ad avere argomenti di conversazione che non siano la Brompton: al momento amici e colleghi tendono a farmi domande solo su questa, cosa non entusiasmante nel medio periodo (nel lungo periodo finirò con il mandarli a quel paese).
Non ho comprato una borsa, ragion per cui per fare la spesa ho bisogno di ripiegare la bici, metterla nel carrello ed avere con me uno zaino o una tracolla in cui mettere la spesa. Non fare la spesa in auto riduce automaticamente quanto si può comprare, costringendo ad essere più essenziali: un’applicazione pratica del metodo Toyota (che, per inciso, è seguito anche dalla Brompton in tutte le fasi di industrializzazione e produzione, altra ragione per la quale ho scelto Brompton) alla spesa. Se non ho con me un euro per il carrello, però, devo rimandare la spesa al supermercato. Il ricorso a una borsa Brompton da solo non risolverebbe il problema in quanto le rotelle standard non ruotano; se San Sbrindola non si decide a produrre di nuovo le ruote non so bene come risolverò la cosa, non ho la minima voglia di progettare alcunchè. Nel tragitto per tornare a casa incontro una latteria che permette alla bici (e quindi a me) di entrare; i bambini di pasaggio sono molto contenti della cosa.
Ad oggi ho preso pioggia solo una volta, la tenuta di strada è rimasta del tutto soddisfacente e così anche la frenata che si è allungata di poco. Credo che dovrò procurarmi dei pantaloni impermeabili per la stagione delle piogge (cioè a Firenze per il periodo che va da Ottobre ad Aprile).
Ad oggi ho coperto circa 250 km, è presto per vedere componenti usurarsi ed al momento non ho riscontrato problemi. Il punto di pareggio in gasolio equivalente è attorno ai 10000 km (escludendo qualunque altra spesa, visto che comunque non ho buttato via l’auto), quindi ci vorranno circa 4 anni per ripagare la bicicletta. Se dessi via l’auto ripagherei la bici nel momento stesso.
Il percorso più lungo che ho coperto in una sola volta è stato di circa 10 km (20 compreso il ritorno), percorsi senza problemi, se si esclude il fatto che gli automobilisti non rispettano la precedenza sulle rotonde.
Aggiunte e modificheHo preso un set di luci ricaricabili via usb da decathlon e ho provato a mettere un fermo autoprodotto per limitare l’alzata del sellino (ho il tubo lungo). Entrambi funzionano alla grande, ma ho delle idee su come migliorare il fermo, consentendo anche l’allineamento della punta della sella.
In definitivaLa Brompton è una bici molto bella, con un design caratteristico (ecco, appunto: non fidatevi necessariamente dei miei gusti: a me piace la Citroen AMI8...), ingegnerizzata in modo superbo e –per quanto mi è consentito giudicare- costruita con grande cura; andare in bicicletta a Firenze è estremamente soddisfacente anche se Dante avrebbe qualcosa da ridire sugli automobilisti; immagino li piazzerebbe da qualche parte all’inferno, che è più o meno dove li mando io abbastanza spesso. Penso di attaccare un cartello sulla mia tracolla che sia visibile dagli automobilisti inscatolati che inesorabilmente sorpasso: “SE HAI FRETTA VAI IN BICI”, visto che andando a combustione di carboidrati (aka in bici o a piedi) sono più rilassato ma non per questo meno stronzo.
Quando andrò a vivere in una casa con la cantina comprerò anche una bici da corsa, ma questa è un’altra storia.
Ancora? Ma basta!Se sei arrivat* a leggere fino a qui hai tutta la mia comprensione.