Oggi alla 14.45 parto per un giretto con Frida, l'ho comprata il 24 maggio: si tratta di cominciare ad affrontare salite.
Salgo da via Villa della Regina, il programma è farmi un po' di gamba.
Arrivo in cima, tornantino, al semaforo giro a sinistra per l'Eremo.
A quel punto mi scatta qualcosa.
E' da '98 che non vado più in bici, ma sento che ho preso il ritmo giusto.
D'un tratto è come se gli anni non fossero passati.
La gamba è di burro, ma l'esperienza torna tutta alla mente come un fiume.
So che la gamba è importante per il tempo, ma non per arrivare su, per arrivare su bastano tecnica e testa.
Arrotondo la pedalata, in salita avevo sempre un occhio al cardio, ora il cardio non ce l'ho, tengo "d'occhio" il respiro.
Prendo un ritmo lento, il rapporto delle Mas non è certo corto come quello di una mtb, quantomeno a mia memoria.
Assomiglia più (per quello che mi ricordo) ad in 42 25.
Tuttavia prendo un passo lento, ma il ritmo del respiro non si alza, e vado via piuttosto bene, anche la pedalata seduta sviluppata in anni di mtb mi viene in aiuto, con la strida niente pedalata in piedi.
Al bivio di Fontana dei Francesi c'è uno strappo, rimango tranquillo, so che non devo assolutamente avere fretta di arrivare, lo supero, poi un falsopiano, mi guardo bene dall'accellerare e aspetto che il respiro si normalizzi mantenendo un ritmo di pedalata basso.
Al bivio per la Clinica S. Luca, lo strappo è tosto, il respiro parte, e sento il cuore che accelera.
Qui non si tratta più di tecnica, si tratta solo più di testa.
Cerco di lasciare fare all'istinto, che prenda lui il ritmo giusto e cerco di pensare ad altro.
Mi accorgo che ho lo sguardo a terra e il viso contratto, so che non è un buon segno, ma continuo.
Arrivato alla Beccaccia spiana, ogni punto d'ombra è un sollievo, ad un certo punto faccio una curva a destra e vedo le antenne.
Sono arrivato, anzi no, fortunatamente mi ricordo che è il pensiero peggiore, quello che ha il potere di impallarti all'ultimo.
Continuo e penso al post che sto scrivendo ora, mi viene in mente quando da piccolo avevo una legnano pieghevole rossa da 12", quella con cui avevo imparato ad andare senza rotelle.
Mi ricordo che facevo la radiocronaca delle mie pedalate, allora c'erano Gimondi e Merckx.
L'ultimo pezzo non finisce mai, ma lo so, anche qui la vecchia esperienza mi aiuta, ho la pianta del piede destro indolenzita, le Geox non hanno certo la suole delle scarpette con le clips, e sempre quella maledetta abitudine di spingere di più con la destra.
Alla fine, alle 15.50 arrivo al cancello del Parco delle Rimembranza, ce l'ho fatta.
Foto di rito e poi entro in un bar, sono arrivato lì in jeans maglietta e scarpe da ginnastica, senza borraccia, senza clips, senza integratori.
Arrivo al banco dopo aver posato in un angolo Frida e ordino una coca zero, da vero turista della domenica, sarebbe stato ancora più bastardo ordinare un Campari, ma era obiettivamente troppo presto e poi c'era la discesa da fare.
Al ritorno mi guardo bene dal mettere il rapporto più duro (anche qui l'esperienza) comincio a frullare le gambe finche sento quel piacevole rifluire del sangue, sto smaltendo l'accumulo.
Le ruote da 16 " lì per lì mi spiazzano leggermente, vado abbastanza piano, poi comincio a sentirmi bene, dopo Fontana dei Francesi ho una macchina dietro e anche lì mi scatta di nuovo qualcosa: arretro e la lascio andare, ai tempi le macchine in discesa ce le lasciavamo dietro.
I freni di Frida vanno bene, arrivo ad una curva col posteriore inchiodato e le Big Apple fanno egregiamente il loro dovere.
Arrivo al fondo, sono contento di me, è stato proprio divertente.
Ecco il tragitto
http://www.gmap-pedometer.com/?r=6331986 P.S. le facce della gente: priceless