segnalo:
costruire un percorso intermodale (strategie)
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=186
software per progettare e condividere percorsi (tracce GPS, mappe,... )
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=890.0
Navigatore GPS (non smartphone)
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=820.0
algoritmo per percorsi più belli (e non più brevi)
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=8006
l'elenco delle discussioni legate al tema "pianificazione intermodale" recuperabile cliccando sul tag "pianificazione" in testa ed in fondo a questa discussione
alcune risorse su internet:
- cartografia su desktop
- cartografia su smartphone
-------------------
Era da un po' di tempo che volevo pubblicare una piccola "guida" su come pianificare un percorso cicloturistico sfruttando i potenzi mezzi offerti da internet.
L'esperienza di un viaggio recente credo possa aiutare ad inquadrare le problematiche e le soddisfazioni insite in questo tipo di "approccio esplorativo".
Ovviamente è solo un inizio. Ben vengano altri contributi.
Alcuni degli argomenti trattati successivamente trovano un approfondimento nelle discussioni recuperabili cliccando sul tag "pianificazione" in testa ed in fondo a questa discussione (oltre ai link che ho disseminato lungo il testo).
!!! AVVERTENZE !!!Quanto segue contiene immagini e riflessioni adatte ad un pubblico indulgente.
Si sconsiglia quindi la lettura ai puristi del sellino, ai virtuosi della pedalata, nonchè ai tutinati della domenica. Pianificare un percorso su internet non è cosa intuitiva, ma comprese le regole fondamentali, ci si può avventurare fino ad ottenere risultati sorprendenti.
In mancanza di esperienza, è preferibile partire con destinazioni modeste, in modo da cimentarsi con gradualità in questo campo.
Lasciata la rassicurante quotidianità del nostro pc connesso ad internet, ognuno potrà sperimentare una realtà molto più complessa... nel bene e nel male.
L'obiettivo di questa escursione era quello di raggiungere il paese di Formia (LT) sfruttando la ferrovia Roma-Cassino (anzichè la ben più comoda e mille volte sfruttata Roma-Napoli) in un percorso
intermodale treno-bici-gambe
.
Già in passato avevo individuato (sempre su internet) un percorso che partiva dalla stazione ferroviaria di Pofi e arrivava a destinazione passando per Itri. Stavolta volevo osare qualcosina in più: scendere con il treno ad Aquino e scavallare la catena del parco regionale degli Aurunci, che vedono nel "monte" Redentore l'ultima imponente propaggine prima di scendere in picchiata sulla costa.
Così mi sono affidato ad una delle
tante piattaforme gratuite che permettono di elaborare un percorso. Io uso
www.ridewithgps.com: una volta effettuato il login su clicca su "plan" (freccia verde nella figura seguente) e si comincia.
Nella
pianificazione del tracciato generalmente evito:
- le strade principali (trafficate e pericolose)
- i saliscendi: l'altitudine guadagnata deve essere difesa con ogni mezzo, poichè faticosamente conquistata a forza di pedali.
Nella suddetta piattaforma, sono disponibili diverse cartografie (freccia arancione nella figura precedente). In generale passo da una all'altra per analizzare i diversi aspetti :
- "mappa": è la classica cartografia di google map, utile per individuare la viabilità
- "satellite": mi aiuta ad individuare le aree verdi (parchi, riserve, etc etc)
- "esri topo": identifica i rilievi (e quindi le salite da affrontare) sulle medie e lunghe distanze, per tracciare una direzione sommaria (ad esempio privilegiando le vallate)
- "osm cycle": per i dettagli finali, nei punti più critici (come spiegato di seguito)
Si può pensare di tracciare una prima bozza indicando solo due punti: partenza ed arrivo (es: stazione di Aquino e Formia), attendere che il computer calcoli il percorso, quindi aggiungere dei punti intermedi (trascinando il tracciato con il mouse) che forzino il ricalcolo della rotta in base a dove si desidera passare (privilegiando strade secondarie, aree verdi, pasticcerie, ...
).
Sempre nella figura precedente, nella parte inferiore è presente un grafico riassuntivo con cui analizzare tre parametri fondamentali:
- la distanza complessiva (nel mio esempio 47.1km, riquadro verde nella figura precedente)
- l'altimetria ("ele"): con cui analizzare salite e discese, quota massima, ascesa totale, .... . Nel mio caso ho costruito un percorso senza saliscendi rilevanti (con una ascesa totale di 1046m) , ed un picco massimo di 982 metri al km 33.9. Passando il mouse sopra il grafico altimetrico (vedi riquadro celeste nella figura precedente) , viene associato il corrispondente punto lungo il percorso. Utile per posizionare waypoint strategici che aiutino la navigazione una volta sul posto, "on the road" (es: marcare con un waypoint il picco da raggiungere, in modo da sapere, durante la pedalata, quanto manca alla fine della tortura ).
- la linea della pendenza ("grade", freccia viola nella figura precedente): personalmente quando vedo pendenze sopra al 5% (scala graduata nel riquadro giallo in basso a destra, nella figura precedente) che si protraggono per distanze oltre il mezzo chilometro, comincio a farmi due conti in tasca (e magari metto in conto il fatto che scenderò e spingerò ). Che ognuno prenda consapevolezza dei propri limiti e li affronti con serenità: ho imparato a mie spese che è meglio camminare per un chilometro che intestardirsi sui pedali a rischio di entrare in riserva molto-ma-molto prima di raggiungere la tanto sospirata meta. In fin dei conti, accantonata l'onta del ciclista-che-non-deve-scendere-mai (dal sellino), scegliendo salite secondarie, si può approfittare per una camminata, diversificando lo sforzo muscolare e rilassandosi un po'. E' importante esaminare anche le pendenze negative: lunghe discese oltre il 5-10% richiedono freni, cerchioni e copertoni in buono stato.
Nel tracciare il percorso, il navigatore ignora quei tratti che non risultano percorribili (es: un sentiero), di fatto rendendo vana la mia volontà di scavallare gli Aurunci. Per aggirare questo limite, ho dovuto quindi comporre parte del percorso in modalità manuale.
Per maggiore chiarezza, riporto nella figura seguente un dettaglio del percorso (tra il km 30 e il 36, dove la strada finisce in mezzo alle montagne) con settata la cartografia "OSM Cycle" (freccia blu nella figura seguente), per visualizzare (oltre alle curve di livello e alle zone ricoperte dalla vegetazione arborea) anche:
- le strade asfaltate (la classica linea bianca)
- le strade bianche (linea tratteggiata marrone)
- i sentieri (linea tratteggiata blu)
Il navigatore del server riesce a seguire fino al secondo livello (strade bianche), il che vuol dire escludere (giustamente) i sentieri. Nel mio caso, poichè il tratto di sentiero era breve, ho deciso di considerarlo nel mio percorso, disattivando il navigatore ("follow road, nel pannello a destra, che compare cliccando l'icona indicata dalla freccia viola nella figura precedente) per passare alla modalità "Linea spezzata" (sul sito "draw lines", che unisce tutti i punti che aggiungo manualmente cercando di seguire il sentiero).
Senza questa forzatura, il motore di ricerca avrebbe proposto ben altro percorso, reindirizzandomi sulle solite strade.
Sottolineo l'importanza di misurare la lunghezza (ed il dislivello) dei tratti non pedalabili, durante i quali potrebbe essere necessario caricarsi la bici sulle spalle.
PS1: nel pannello di destra sopra menzionato, è possibile distinguere tra trekking, ciclismo e automobile (il che immagino tarerà diversamente la sensibilità del navigatore nel calcolo della rotta).
PS2: le strade bianche..... hanno in verità tante sfumature di grigio. Alcune si pedalano facilmente, altre - al contrario - costringono a scendere dal sellino. Come anche i sentieri. Alcuni comodi da camminare, altri faticosi anche in un trekking.
A questo link:
http://ridewithgps.com/routes/4472380è possibile analizzare la traccia che ho confezionato.
--------------------------------
Fin qui la teoria.
Ho concluso la progettazione al PC la sera prima della partenza. Le
previsioni meteo erano ottime e potevo contare su almeno 7 ore di luce.
50km per una ascesa di 1000 metri non sono uno scherzo, ma una persona
mediamente allenata con a disposizione una giornata intera non dovrebbe avere problemi (escluse disgrazie, sfighe, febbri di natura ignota, ....
).
Mi sentivo tanto fiducioso da prestare molta poca attenzione al
bagaglio, quando, al contrario, proprio perchè non si conosce il percorso, si dovrebbe eccedere in precauzioni di ogni sorta (
kit di attrezzi completo, batterie extra per
navigatore e cellulare,
vestiario polivalente, acqua e cibo in abbondanza, ....).
Ma la mia prima preoccupazione era - al contrario - di partire più leggero possibile, in previsione del tratto di sentiero in cui mi sarei ritrovato con un pezzo di ferro da portare di peso.
Ero talmente fiducioso da lasciare a casa anche gli attrezzi per riparare la bici..... compreso lo
spray contro le forature.
(beata incoscienza!)
Ovviamente è una leggerezza che sconsiglio vivamente, pena trovarsi in mezzo al nulla con una ruota bucata e la disperazione che monta.
Anche nella scelta della bici ho dato maggiore peso agli
ingombri (viaggiando in treno sotto Pasqua, avevo paura di trovare treni affollati all'inverosimile).
Così sono partito..... con la
Brompton!
Ve la immaginate su strade bianche e sentieri con quei ridicoli pneumatici ?!?!?
Per la borsa, ho escluso quella originale per due motivi: evitare eccessive sollecitazioni all'attacco (causate dal fondo sconnesso) e preferire una
borsa messenger più comoda (
ancorata al manubrio), in previsione del tratto sconnesso durante il quale sapevo già che me la sarei caricata a tracolla.
Detto questo, il tempo per prepararmi era finito. La notte incombeva; l'indomani avrei dovuto prendere il treno. Non rimaneva che spengere la luce ed andare a dormire.
La mattina dopo mi sono svegliato in ritardo, così non ho potuto provvedere a preparare le provviste per il viaggio. Ho avuto modo di fare una dignitosa colazione prima di salire sul treno, confidando che avrei trovato qualcosa alla stazione di arrivo.
Avendo scelto di partire il venerdì mattina, mi sono risparmiato il ritorno dei pendolari per le vacanze di Pasqua. Il treno è deserto, posso parcheggiare la Brompton senza difficoltà
accanto al mio sedile.
Con un laccio (che non manca mai nel mio equipaggiamento) la assicuro al bracciolo per evitare oscillazioni durante la marcia.
Scendo alla stazione di Aquino da una uscita secondaria, nella desolazione totale
. Potrei sfruttare il sottopasso per affacciarmi all'altra uscita con la speranza di trovare un bar dove recuperare un po' di zuccheri, ma l'aspetto della stazione non lascia presagire nulla di invitante.
Considerato che mi aspettano almeno dieci chilometri pianeggianti (poco impegnativi dal punto di vista energetico) durante i quali attraverserò almeno due paesi, decido di proseguire confidando in qualche punto ristoro più avanti.
Dopo neanche 5 chilometri, girovagando per il paese di Aquino, mi imbatto in un bar-tavola calda che cattura la mia attenzione.
L'aspetto è spartano e la cucina verace, mi fermo per un pranzo con tanto di primo, secondo, contorno dolce e caffè. Converto la bottiglia di acqua in una birra da 66, e faccio man bassa di torta (risulterà assai gradita nella pausa merenda tra le montagne).
Sono consapevole che sto deliberatamente violando ogni norma salutista del perfetto pedalatore tutinato
, ma l'esperienza del
ciclocammino di Santiago nel 2004 mi ha donato la vista: al diavolo le barrette energetiche e altre porcate chimiche sottovuoto..... mi sparo grassi insaturi, besciamella, frittura ed altre amenità in perfetta letizia!
Riprendo il tracciato completamente rinnovato e con un problema da affrontare: come fissare il
navigatore GPS? Per seguire il tracciato devo avere il display a "portata di occhio", quindi recupero per strada una bottiglia di plastica, la apro a metà con il coltellino e la fisso al manubrio aiutandomi con un laccio ed una fascetta di velcro (immancabili nella mia dotazione di serie).
Riesco anche a tagliarmi un dito, per fortuna la ferita non è profonda, il sangue si coagula velocemente
. In mancanza di un cerotto, decido di fasciarlo con un fazzoletto di carta con intorno un'altra fascetta di velcro (ho finito le scorte, spero anche le esigenze
).
Attraverso l'autostrada su uno di quei ponti che ognuno di noi avrà almeno una volta nella sua vita guardato sfrecciando a 130 all'ora con una domanda in testa: chi ci passerà mai?
Questa volta tocca a me affacciarmi dall'alto, mentre il fiume di macchine corre veloce sotto di me.
Il percorso prevede altri due paesi dove rifornirmi di acqua, gelati, cornetti, stecche di cioccolato, ....
Uscito dagli abitati, la natura mi accoglie con i suoi panorami primaverili, lasciandomi pedalare su stradine secondarie nella campagna in fiore.
E' in queste situazioni che benedico la presenza del navigatore e apprezzo il lavoro di pianificazione al PC: solo in questa maniera è infatti possibile allontanarsi dalle arterie principali (inquinate, trafficate, squallide, ....).
Mi chiedo cosa
penseranno i contadini guardando passare uno straniero su una biciclettina assai bizzarra
Avvicinandomi al paese di Esperia (che non attraverserò) mi lascio ingannare da una scorciatoia che vedo visualizzata sul navigatore e che mi risparmierebbe quasi un chilometro.
Peccato che la strada conduca in una proprietà privata, costringendomi a fare dietro front per recuperare il percorso tracciato al PC.
Capisco allora perchè mi era sfuggita durante la fase progettuale: semplicemente non c'era. La cartografia sul mio navigatore Garmin, al contrario di quella disponibile online su ridewithgps (che si appoggia ad OSM
www.openstreetmap.org) per la pianificazione del tragitto, è fin troppo ottimista e vede passaggi dove in realtà non ce ne sono.
Non è la prima volta che succede, ma la speranza di risparmiarmi qualche curva finisce sempre per prevalere.
Chiedo informazioni ad una famiglia che abita nelle vicinanze. Tra una chiacchiera con Luigi, il padrone di casa, e un bicchiere di succo di frutta (nonchè un cerotto per il taglio al dito) finisco per rilassarmi una buona mezz'ora (beatamente ignaro di cosa mi aspetti più avanti
).
Ho superato i 20 km della pianura: appena sotto il paesino di Esperia, parte la salita al parco regionale dei monti Aurunci.
Il pomeriggio è assolato e la temperatura gradevole, accetto di buon grado di scendere dal sellino e spingere per un buon tratto. Pur avendo equipaggiato la Brompton con la
doppia guarnitura, lo
sviluppo metrico della prima marcia non mi permette di rimanere sui pedali.
Poco male... mi godo il panorama circostante.