Riporto di seguito il diario che mi ha inviato Simone, ciclomeccanico romano.
Che dire.... attendo impaziente le foto conclusive
(e segnalo la sezione sui modelli storici)
Federico
Diario di un restauroCome resuscitare una bici data per spacciata...
16 aprile 2011Oggi mentre effettuavo un sopralluogo di lavoro alla sponda sud della foce del Tevere sono rimasto fulminato da una presenza inattesa.
Abbandonata tra un mucchio di rottami accatastati accanto al cancello di una casa, tra vecchie travi di legno, calcinacci e sanitari anni '70, spiccava con la sua verniciatura giallo cangiante una bici a dir poco particolare.
Sulle prime credevo si trattasse del rottame di una delle moltissime bici pieghevoli da quattro soldi che dopo un mese d'utilizzo diventano un concerto di cigolii e movimenti sinuosi di snodi che cedono indecorosamente ma guardando meglio mi sono reso conto che si trattava di ben altra pasta.
Prima ancora di avvicinarmi per indagare sui particolari, sono andato a recuperare l'auto e un po' furtivamente ma con decisione e fermezza mi sono arrampicato sulla catasta e una volta liberata delle macerie, ho caricato la trovatella altrimenti destinata ad una indignitosa fine in chissà quale discarica o ferrivecchio.
Giunto ad Ostia con un certo anticipo sull'orario d'appuntamento di lavoro, mi soffermo ad esplorare il relitto adagiato nella mia auto. E' una Dahon Speed, leggo tra gli adesivi che addobbano il telaio.
Abituato alle fattezze della mia pieghevole Atala, una Folding monomarcia e alla mia precedente compagna di lavoro, una DiBlasi R50, quella che mi si para davanti sembra uscita da un film di fantascienza: il telaio è d'acciaio al Cromo Molibdeno (della serie 4130) a tubi sottilissimi
e saldature Tig eseguite magistralmente e anche tutto il resto sembra rendere onore alle pregevolezze del telaio. Sono allibito perché la bici è ridotta in modo osceno, abbandonata alle intemperie in vicinanza del mare, ogni parte ha risentito degli effetti nefasti di umidità e salsedine. Ma intravedo margini di recupero.
Provo a ripiegarla, ne studio i movimenti. Non sembra disperata la situazione. La ripongo piegata nell'auto
e vado a lavoro. La mente già è partita sul da farsi per il recupero... impossibile fermare i pensieri che lavorano in sottofondo :-)
19 aprile 2011Ho lentamente iniziato l'opera di ripristino
che se tutto va bene la vedrà diventare la mia bici da lavoro portandola a sostituire la piccola ed ultra economica Atala... E pensare che una pieghevole come la Dahon in recupero (databile al 1998) attualmente viene venduta attorno ai 900 Euro... il consumismo e la superficialità di alcuni riserva dei piccoli vantaggi agli accattoni come me :-)
20 aprile 2011I lavori proseguono con la prima pulita del mezzo
che, tra l'altro, comincia a subire le prime modifiche (rimozione dei vecchi e inutilizzabili: pneumatici; cavalletto; sellino).
Appena possibile comincio ad occuparmi del cannotto reggisella, essenzialmente lo renderò telescopico modificando il vecchio (inspiegabilmente mozzato) e infilandogliene un altro all'interno per poter poi riuscire ad alzare la sella del necessario.
21 aprile 2011Il povero mozzo anteriore anche dopo l'operazione versa in condizioni pietose :-/ però ora è fuori pericolo
Nel mio tentativo di ridare dignità alla ruota anteriore ho ricentrato il cerchio (previa lubrificazione dei nippli bloccati dall'ossidazione della zincatura) e raddrizzato il perno del mozzo... un lavoro disperato.
Primi di Maggio 2011Stasera ho dedicato un paio d'ore all'elaborazione della piccola Dahon trovatella.
In pratica ho lavorato su alcuni particolari significativi:
- Attacco manubrio sostituito in modo da avanzare la linea manubrio per ottenere una postura più adeguata alla mia conformazione fisica, non posso ancora salire in bici quindi faccio ipotesi ad occhio. Per far ciò ho modificato/creato un adattatore/spessore per accoppiare il tubo porta pipa al piantone ripiegabile del manubrio. Tale tubo è stato poi "abbracciato" tenacemente dalla bellissima pipa (roba da palati fini) che andrà a sorreggere un manubrio che devo ancora rimediare (magari tagliandone uno a misura)
- Chiusura dei lavori sulla ruota anteriore installando dei "nuovi" parapolvere (che solo su strada vedrò se possono tenere o meno) sui coni del mozzo e ricreando una nuova fascia para nippli ben inserita nel canale del cerchio;
- Sostituzione/aggiunta di due nuovi sganci rapidi alle fascette che serrano rispettivamente il cannotto reggisella e il tubo porta pipa;
- Creazione di un para colpi applicato all'apice inferiore del cannotto reggisella (questa è stata proprio una chicca... un vezzo, che potevo anche risparmiarmi...).
- Inizio ripristino dei comandi freno (i particolari sono un concentrato di ruggine... e i registri erano piegatissimi :-/ )
E qui si sono fermati i lavori, ma non vedo l'ora di riprenderli, ho molte idee nuove per il piccolo gioiellino.
Fino ad ora non ho speso un euro ma presto dovrò comprare: un cannotto sella da inserire nel vecchio troppo corto; un sellino; e un po' di altri pezzetti micragnosi difficili da trovare...
Ovviamente tenterò di trovare quanto ancora m'occorre tra la gran mole di ciarpame che da sempre metto da parte per tali occasioni o in qualche Ciclofficina ma temo che non riuscirò a trovare veramente tutto tra le robe di "recupero".
Staremo a vedere ;-/
Metà Maggio 2011La settimana scorsa sono finalmente riuscito a superare lo scoglio dei pezzi di ricambio difficili da scovare. Ho copertoni (dalle assurde misure di 20 pollici per 1 3/8) e camere d'aria adatti ai cerchi rimessi a nuovo.
Ho acquistato un reggisella da 27,2 mm di diametro esterno e l'ho inserito nel vecchio cannotto da 34 mm, frapponendo tra i due tubi un adattatore/spessore e raccordandoli con un nuovo collarino. Il collarino blocca il nuovo cannotto grazie ad un'asola che ho praticato nel mastodontico vecchio cannottone da 34 mm: un lavoraccio che non consiglio a nessuno, sia perché si fa troppa fatica, sia perché è alto il rischio di andare storti durante il taglio, che va comunque lavorato poi con lime e carta vetrata.
Fino ad ora ho speso circa 40 euro e credo che non avrò altre spese.
5 luglio 2011Mi è faticosamente riuscito di scavalcare il grosso ostacolo del manubrio pieghevole
da sostituire in qualche modo (il vecchio ha infatti un grosso difetto di progettazione risolto poi nelle serie successive). In pratica
ho lavorato un altro vecchio attacco pieghevole (molto robusto e ben fatto) che avevo da tempo fra le robe di scarto e l'ho adattato al mostruosamente grande alloggiamento della forcella che usa una serie sterzo dal diametro veramente enorme. E' stato un lavoraccio segare e limare tutte le parti da modificare ma il risultato è pregevolmente solido e non dovrebbe fare brutte sorprese d'affidabilità (anche perché se, l'attacco nel punto d'inserimento della forcella, si spezza mentre guido in velocità sono cavoli molto molto amari...).
E' stato poi il turno del poverissimo movimento centrale
un miserevole concentrato di sfiga da manuale: il genio che lo ha montato (o manutenuto precedentemente) ha avvitato la calotta destra STORTA! Questa "felice" operazione ha fatto si che anche le boccole di tenuta della polvere lavorassero male, tanto da uscire dalla sede lasciando scoperti i delicati cuscinetti a sfere ingabbiate (vedi figura N)... all'apertura della scatola mi sono sentito quasi come un archeologo alle prese con un sarcofago egizio :-| All'interno ho trovato una mappazza fatta di ruggine, grasso e svariati pezzetti di metallo che un tempo costituivano la gabbietta reggi sfere del cuscinetto destro. Le sfere stesse erano un qualcosa d'inguardabile... in pratica la mummia di un movimento centrale. Purtroppo anche il perno non è risultato essere una meraviglia di conservazione: un po' storto e con le sedi di scorrimento rovinate.
Dopo aver pulito il tutto, lavorato le sedi di scorrimento delle sfere riportandole a nuovo splendore e sostituito le due serie di sfere con delle nuove, ho rimontato l'accrocco ingrassando abbondantemente tutto il possibile. Inutile rimuovere la calotta storta, ormai la filettatura da quel lato è compromessa... confido sul fatto che le sfere in passato hanno pareggiato i conti "costruendosi" una sede di scorrimento allargata proprio dove serve :-/
Dovrò sostituire anche i pedali pieghevoli, belli (quando erano nuovi) ma con i movimenti compromessi da ruggine spietata.
Il restauro del parafango anteriore è andato bene e l'ho rimesso in sede
isolandolo con un gommino antivibrazioni.
Il manubrio originale è tornato nella sua sede dato che la postura che permette non è male, in più è molto ben fatto, come un po' tutti componenti originali di questa Dahon... peccato che le inevitabili sostituzioni non siano di pari livello qualitativo.
Le coperture montate sono quelle ideate per carrozzine... spero di trovare in futuro qualcosa di studiato per le bici.
La trovatella comincia a darmi le prime soddisfazioni, ora è comodamente guidabile e ragionevolmente scorrevole. Presto farò manutenzione al complicato mozzo posteriore (al suo interno, oltre a tutto il resto, ospita un cambio a tre marce), poi toccherà allo snodo del telaio che irrigidirò, e successivamente rimetterò a posto il resto della trasmissione (deragliatore e catena). Per finire il tutto resteranno da rivedere i freni e particolari vari quali: manopole, portapacchi, luci, sistema di blocco della bici ripiegata, impugnature per il trasporto da ripiegata, cavalletto, pedali pieghevoli, contachilometri e borselli. Ovviamente cercando di riusare pezzi già messi da parte :-)
Tra meno di un mese sarà "perfetta" anche per fare viaggi. Originariamente era una bella bici ma tra non molto sarà una super bici pronta a tutto ;-P