Il tono generale dell'articolo mi dà più di soletta pubblicitaria che di informazione. Si denigrano le pieghevoli con argomenti falsi, ma che possono far presa su chi non le conosce, per poi rassicurare il lettore dicendo che invece questo nuovo prototipo non ha nessuno dei gravissimi difetti delle altre pieghevoli. Oppure chissà, non c'era nessun intento di fare una soletta, ma solo poco informazione. Questo è ciò che dichiara il progettista:
Spesso, però, questo tipo di bici pieghevoli è difficile da guidare e complicato da montare e smontare. Il mio obiettivo era dunque quello di disegnare una folding bike che fosse facilissima sia da aprire che da chiudere e da portare per la città”.Ma anche no, caro il mio designer, magari la prossima volta invece di provare una cinesata a 99,99 euro su ebay prova a guidare una Tern/Brompton/Dahon (ma persino una Hoptown), e forse ti renderai conto che esistono già pieghevoli belle da guidare e facili da piegare e aprire. Se poi sei riuscito a crearne una come si deve e che per giunta si piega solo premendo un bottone buon per te, ma non è che prima di te c'era il buio e poi sei arrivato tu a portare la luce. Tra l'altro con delle misure da piegata di 91 x 68 x 47 credo che più che essere una soluzione innovativa per l'intermodalità andrà ad ingrossare le già nutrite fila delle bici di categoria CPF (catafalchi pieghevoli figosi).
Space è una folding bike innovativa perché, rispetto alle sue scomodissime compagne dalle scricchiolanti giunzioni, applica una facile filosofia one-touch: per aprirla e ripiegarla basta infatti un solo tocco.Riguardo al fatto che le pieghevoli sono "scomodissime compagne dalle scricchiolanti giunzioni": ai giornalisti che pontificano su cose che non conoscono minimanente (quale che sia l'argomento) oramai ci ho fatto l'abitudine, che scrivano su quotidiani o su carta patinata pseudofighetta con impaginazione lisergica.
Scusate, forse stasera sono io più che altro ad essere in modalità acida.
Peace & love, and stay wired (o era stay tuned?)
Mario
EDIT
Già che stiamo parlando di wired.it, approfitto invece per segnalare a chi non lo conosce il blog di Matteo Scarabelli
http://blog.wired.it/labiciclettaLo segnalo in quanto penso che sia interessante, Scarabelli è uno che scrive cose molto apprezzabili secondo me.