La notizia dell’inaugurazione ufficiale dell'ultimo tratto mancante della ciclabile tra Pisogne e Toline e la previsione di un paio di giorni di tempo decente mi hanno spinto a improvvisare l’ultimo giro in zona della stagione. Data la brevità della ciclabile, che non avrebbe giustificato un’uscita di un giorno, ho pensato bene di attaccarci qualche altro pezzo, a cominciare dalla ormai famosa Vello-Toline già percorsa più volte, più il pezzo pianeggiante di Monte Isola; quindi Pisogne-Sale Marasino più Carzano-Sensole e poi battello per Iseo. Mentre studiavo gli orari con partenza della pedalata da Pisogne, mi sono reso conto che l’avevo percorsa più volte in senso nord-sud e che in questa stagione la riva sinistra del lago d’Iseo rimane in ombra fino a mattino inoltrato. Ho quindi provato a invertire il verso, risalendo da sud fino a Pisogne per poi prendere lì il treno del ritorno. Il programma così elaborato aveva il vantaggio di permettere una partenza da casa più comoda, ma presentava il rischio di una coincidenza treno-battello molto stretta (7 minuti) a Iseo. Valeva comunque la pena di provarci, anche perché così non avrei avuto il sole negli occhi e anche le foto avrebbero potuto riuscire meglio. Decido anche di effettuare l’intero giro in intermodalità con i mezzi pubblici, anche per sfruttare al meglio il biglietto giornaliero Io Viaggio Ovunque in Lombardia (IVOL) da 17,50€.
Così eccomi martedì mattina alla fermata della corriera per Brescia, zainetto in spalla e Vitesse piegata come si deve… ma la corriera non si vede. Provo a buttare un occhio sul quadretto informativo attaccato alla palina, ma questo si rivela completamente inutile.
(fonti solitamente ben informate mi riferiscono che c’è un reclamo aperto da giugno con la società degli autobus…). Cinque minuti di ritardo non mi preoccupano, perché a Brescia ne ho 20 per prendere il treno, ma strada facendo il ritardo aumenta, un po’ per il traffico e un po’ perché da alcuni mesi la società in questione non distribuisce più i biglietti cartacei, per cui i passeggeri in salita devono acquistare il biglietto dall’autista oppure armeggiare col cellulare per far riconoscere il biglietto elettronico. Ah, il progresso…
Comunque sia, a Brescia i minuti sono solo 13 e c’è tutto il tempo di aprire la bici per affrontare il malefico lastricato del piazzale con cui avevo litigato l’anno scorso
http://www.bicipieghevoli.net/index.php/topic,11844.0.htmle raggiungere il treno, ancora una volta composto da due anziane automotrici.
Peccato, avrei preferito dare un colpetto di ricarica al telefono, ma le prese elettriche ci sono solo sui treni nuovi. Il capotreno è lo stesso del primo viaggio in Valcamonica
http://www.bicipieghevoli.net/index.php/topic,11917.0.htmle mi riconosce facendomi cenno di passare (ricordo che sui treni effettuati con queste automotrici il trasporto delle bici non è ammesso, pieghevoli escluse ovviamente). Caricare la Vitesse è un gioco da ragazzi rispetto alla Espresso, e anche lo spezio tra i sedili è più che sufficiente.
Treno semivuoto e viaggio piacevole se non che prima una sosta un po’ più lunga del dovuto per il ritardo del treno incrociante, poi una famigliola con cane, passeggino e altre masserizie che ci mette una vita a scendere, e a Iseo abbiamo quattro o cinque fatali minuti di ritardo. L’imbarcadero è a 500 metri in leggera discesa, 2 minuti secondo Google, ma nonostante la volata, arrivo in tempo per vedere il battello che inizia a muoversi mentre sto mettendo le ruote sul pontile…
Dopo la doverosa sequenza di moccoli, occorre studiare il piano B, perché il battello successivo per Sensole sarà fra un paio d’ore. L’unica è raggiungere l’imbarcadero di Sulzano, da dove i traghetti per Monte Isola partono ogni 20 minuti. Vabbè, saranno 5 km e in questa stagione il traffico sulla vecchia strada statale non dovrebbe essere intenso, si può fare…
In realtà ci sarebbe anche l’alternativa di tornare in stazione e prendere il primo treno utile, che passerà fra 10 minuti, ma decido di lasciar perdere.
No, in realtà non avevo considerato questa possibilità e come un allocco il treno me lo vedo passare davanti al primo passaggio a livello…
Tornando al pontile, con calma mi metto in assetto di marcia: casco e guanti, luci anteriori e posteriori accese, telecamerina in posizione sul manubrio e via. Un pezzetto di lungolago,
poi il famoso passaggio a livello e un primo tratto di comoda ciclabile ben separata dalla strada da una sottile aiuola e due cordoli di pietra, così come dovrebbe essere sempre.
Poco prima di Pilzone la ciclabile termina in corrispondenza di una strettoia fra le case,
poi riprende sul lato opposto della strada
con qualche immancabile sorpresa…
Eh, che diamine, è un corriere, lui sta lavorando, mica come certi pensionati che vanno in giro perché non hanno niente da fare, e la ciclabile è così comoda per parcheggiare…
Inutile fermarsi a discutere, anche perché non saprei in quale lingua; passando mi limito a una manata sullo sportello: se sbatte chiudendosi non sono fatti miei.
Fin qui è filato tutto liscio perché sulla strada c'era spazio per tutti, ma dopo Pilzone c’è un tratto di strada più stretto e impossibile da allargare perché da un lato ci sono i muri di cinta di una serie di ville e dall’altro il muro di sostegno della ferrovia.
Ultima strettoia fra le case di Sulzano
poi un po' di gimcana tra i frequentatori del mercato
e finalmente posso scendere al pontile. Il tempo di fare il biglietto per la bici (i battelli del lago d’Iseo sono compresi nel biglietto IVOL, a differenza degli altri tre grandi laghi lombardi, ma le biciclette pagano comunque 2,60€, anche le pieghevoli chiuse e le bici per bambini, in più c’è la tassa di sbarco a Monte Isola, che recentemente è salita a 3€) ed ecco arrivare la motonave
Lovere, costruita nel 1998 a… Taranto.
Mi piacerebbe sapere come hanno fatto a portarla fin qui.
Intanto che il battello si riempie di bella gioventù
sistemo la bici a prua nell’apposita rastrelliera (come ho già detto in altre occasioni, se devo pagare il biglietto per la bici, non mi prendo il disturbo di chiuderla). Però devo notare che la rastrelliera è conformata in maniera molto intelligente, in modo da accogliere senza problemi anche ruote piccole come le mie.
Intanto le schiarite che già si preannunciavano si sono allargate ed è uscito un sole che scalda a sufficienza da potermi levare la camicia di jeans e restare in maglietta, mentre il pittoresco borgo di Peschiera Maraglio si avvicina.
A questo punto, dilemma: punto deciso verso Carzano per recuperare il tempo perso col cambiamento di programma o faccio ugualmente una puntata a Sensole?
Vada per Sensole: la strada corre in riva al lago, sul versante sud dell’isola, ed è sempre molto piacevole da percorrere; ci sono anche un paio di trattorie ma non è neanche mezzogiorno e mezzo e se mi fermassi a mangiare qui mi resterebbero poi parecchi km da fare a stomaco pieno, mentre da tempo ho stabilito che la proporzione ottimale sia di due terzi prima di pranzo e uno dopo.
All’ingresso di Sensole c’è sempre l’originale cartello “attraversamento gatti”
che avevo già visto anni fa
http://www.bicipieghevoli.net/index.php/topic,5244.msg69926.html#msg69926e la vista ha quasi un che di borgo ligure
ma il porticciolo giocattolo è inequivocabilmente lacustre.
Casualmente mi imbatto nel bar Senza Senso che apparentemente effettua anche noleggio di biciclette; buono a sapersi.
Inverto la marcia per tornare a Peschiera Maraglio
e procedo verso nord fino ad avvistare il borgo di Carzano.
con le sue strette viuzze e il pontile per i battelli (anzi, due, uno dedicato ai traghetti per Sale Marasino e uno per tutte le altre destinazioni).
È l’una meno un quarto (le distanze a Monte Isola sono risibili e i tempi brevi in proporzione, specie se si resta in piano), per cui valuto di essere ancora in tempo per raggiungere la mangiatoia programmata fin dall’inizio, la trattoria Glisenti di Vello, entro le 13.30 e una rapida telefonata mi conferma che ho tempo fino alle 14.
Alle 13.05 si riparte col catamarano
L’Isolae in cinque minuti si sbarca a Sale Marasino, dopo un colpo d’occhio sul panorama verso l’alto lago.
Dopo un brevissimo tratto di marciapiede ciclabile e una strettoia fra le case
una comodissima ciclabile a sbalzo
porta a Marone, dove all’uscita del paese, accanto alla galleria stradale, comincia la ciclabile ricavata sul vecchio tracciato stradale,
con le sue brevi gallerie e lo stretto marciapiede molto ben separato dalla sede stradale.
All’uscita dell’ultima galleria il marciapiede si allarga e prosegue fino al bivio per Vello.
E meno male…
Vello è un tranquillo borgo di poche case e la trattoria è lì davanti, con la sua terrazza a lago
dalla quale si gode un panorama mica comune.
In realtà il locale ha di trattoria soltanto il nome ed è un ristorante di livello medio-alto (e nelle recensioni di Tripadvisor ha una sfilza di recensioni a cinque pallini), perfino nei bagni che non di rado sono un po’ il parente povero, tanto che decido di immortalarli, a costo di farmi un involontario
selfie…
Adesso veniamo alle cose importanti: entrée omaggio con gamberetti di fiume, frittatina di pesce e pesciolini marinati e fritti;
casoncelli di trota;
semifreddo di miele di Vello, con salsa al vino passito caramellato e pepe nero
e conto: il secondo l’ho saltato per non appesantirmi in vista della decina di km restanti, ma anche per non appesantire il conto stesso.
È vero che, come dice il saggio Menegodado,
“Non c’è nessun gusto a essere il più ricco del cimitero”, ma la vita è fatta di compromessi… In ogni caso, anche se le porzioni non sono abbondantissime, non mi sono alzato con la fame, quindi va bene così. Come diceva un amico che oggi purtroppo non c’è più, a tavola bisognerebbe fare come con il peccato: fermarsi quando si ha ancora un po’ di voglia.
Giudizio complessivamente molto positivo sul cibo, servizio non fulmineo ma inappuntabile assicurato da due ragazze molto eleganti e gentili (una delle quali mi ha fatto ricoverare la bici in una saletta vuota, osservando che una bici come la Vitesse si può portare in macchina), posizione e panorama invidiabili: è decisamente un locale che consiglierei, anche per una cenetta romantica a due (o tre, quattro: è solo questione di gusti). Dietro di me c’era una coppia che giocava a dare i voti come nel programma di Alessandro Borghese ed erano voti alti.
Una sola critica, ma è un mio pallino, a proposito del quale sto diventando spaccamaroni come Barbieri col topper: l’acqua minerale. In un posto a meno di 25 km da Boario, far venire l’acqua da Bressanone ha davvero poco senso.
“Decisioni…” mi risponde la ragazza a cui lo faccio notare. Tutto chiaro: tocca attaccare l’asino dove vuole il padrone.
(continua)