Torno con questa mia nuova “creazione” a proporvi il restyling di vecchie bici pieghevoli impropriamente chiamate graziella ma che certamente si sono distinte per originalita’, e funzionalita’.
La bici pieghevole che vado a presentarvi è l’Imperial 2000 della ditta Cesare Rizzato della quale durante uno dei miei peregrinaggi sul Web avevo visto sul sito Thriller graziella un esemplare restaurato e che immediatamente mi aveva fatto tornare indietro di circa 50 anni, si trattava della “graziella del mio amico Masino, compagno di tante scorribande fatte nei pomeriggi estivi nel mio paese.
Questo modello insieme ad altri tre si distingueva dalla miriade di cloni che adottavano tutte il medesimo telaio (Susy della Carraro, Legnano a canna dritta ed Aquiletta della Bianchi.
A quei tempi gia’ avevo avuto modo di notare le peculiarità di tutte (Robustezza del telaio, Manegevolezza, versatilità). Inoltre lo stesso di distingueva certamente per la struttura che con i due semigusci stampati del carro posteriore prefigurava (seppur solo stilisticamente) le attuali creazioni in composito.
Mi sono pertanto messo in moto e, dopo aver “contagiato un mio collega assolutamente profano in materia di pieghevoli ma che nella sua memoria era rimasta impressa quella bici particolare con quel “sellone antidiluviano”, scovato un telaio che giaceva addossato ad un pollaio in quel di Palidoro (Roma) siamo andato a prenderlo pagandolo ben 50 euro e, subito dopo ho iniziato il restauro o meglio la preparazione per la sua rinascita a nuova vita.
Ho subito smontato la bici in mille pezzi ed ho fatto sabbiare il telaio per assicurarmi che non ci fossero fratture o lesioni di alcuna natura, ho creato della flange in lamiera d’acciaio opportunamente sagomate da affiancare saldandole alle flange originali di attacco della ruota posteriore per poterne raddoppiare lo spessore e quindi eliminare il “difetto che questa bici manifestava e cioe’ della tendenza a piegarsi degli attacchi ruota con conseguente disallineamento delle ruote stesse. Dopo aver eseguito la saldatura con un disco ho pulito il tutto ed ho allineato le battute dell’asse posteriore.
Ho creato dei tubetti in ferro saldandoli al telaio in modo che fungessero da guide per le guaine specialmente sin carro posteriore dove ho progettato di montare un cambio previa saldatura dello specifico attacco nonche’ istallare un cambio interno Sturmey&archer a 5 velocita’.
Si è proceduto a revisionare i freni ripulendoli e lubrificandoli, i due semimanubri sono stati verniciati con sistema elettrogalvanico in nero opaco cosi’ da evitare la loro sverniciiatura e nel contempo ho praticato due fori con alloggiamento di tubi passaguaina onde poter infilare le guaine all’interno del manubrio come nelle bici da corsa, inoltre sono stati saldati dei “fazzoletti in lamiera in corrispondenza dei fori passaguaina sul telaio per scongiurare l’indebolimento dello stesso.
Ho montato due prolunghe corte sul manubrio che fungono alche da alloggiamento per i due comandi “shifters” a mo’ di bici da crono.
Ho ricostruito con del plexiglass trasparente i due portapacchi
ed ho creato delle staffe atte al montaggio di una guarnitura corsa vintage con corone rispettivamente da 42 e 52 denti.
Infine e’ stato verniciato il telaio utilizzando il rosso metallizzato delle ultime Peugeot ( avrei voluto esagerare con il rosso fluorescente utilizzato per i cerchioni delle Honda moto gp ma c’erano problemi ed ho dovuto rinunciare).
Ho creato un telaio supplementare per poter utilizzare una sella da corsa in luogo del “Bananone originale”.
Dopo aver rimontato il tutto grazie anche all’aiuto del “Mago” Augusto Antonelli, ho voluto esagerare acquistando gomme Vee Rubber nella misura 20 x 1,60 e 20 x 1,50 rispettivamente al posteriore ed all’anteriore con pressione di gonfiaggio di 7 e 5 atmosfere.
Sto procedendo all’istallazione di una tripla al posteriore previo taglio di una ruota libera 6v shimano utilizzando i rapporti più piccoli (14-16-18) previa tornitura di un pignone originale sturmey e saldatura dell’”anello” ricavato all’interno del pacco pignoni realizzato.
Ho inoltre acquistato due fari led sia al posteriore che all’anteriore presso un negozio di cinesi spendendo pochissimo.
Il risultato finale è una bici particolarissima, che certamente non passa inosservata realizzata utilizzando molto materiale usato e che si distingue per la sua estrema versatilità con il telaio basso che ne consente l’utilizzo senza necessariamente doversi “bardare” da atleta, con la quale si puo’ tranquillamente uscire per andare a “prendere il pane” oppure per una bella gita che qui appare insieme al suo proprietario Alfredo.
Si distingue per l’estrema scorrevolezza e comunque ho in mente di dotarla, non appena le finanze del mio amico Alfredo glielo consentiranno, di una motorizzazione sulla ruota anteriore previa istallazione di una batteria sul portapacchi anteriore.
P.S. poiche’ il mezzo e’ entrato di diritto a far parte della famiglia il mio amico la lascia “riposare” in sala sul divano.
Cordiali saluti. Ci aggiorniamo con la “Super Aquiletta”.